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C’è Posta per Te a Palermo. Il padre al figlio gay: ‘Per me puoi anche morire’.

Una famiglia palermitana ha partecipato alla scorsa puntata del programma di Maria De Filippi 'C'è Posta per Te'. Salvatore, padre e marito 'padrone' ha contattato la redazione, poiché è stato messo alla porta dalla moglie Tania: dietro il gesto ci sono due sms inviati da Salvatore al figlio Emanuele, dopo aver scoperto che il ragazzo è gay.

"Mi sono pentito di averti messo al mondo, non voglio più vederti, devi morire", si legge nei messaggi, che hanno fatto andare su tutte le furie la moglie. 

L'uomo ha dichiarato di essere pentito e di voler chiedere perdono, giustificandosi spiegando di avere una mentalità all'antica.

Ho sempre avuto il sospetto che fosse gay – ha detto Salvatore – però era qualcosa che io allontanavo dalla mia testa perché mi faceva paura, per ignoranza. Spesso dicevo ‘non mi piace come si comporta, non mi piace come parla, non mi piace come si veste’. La parola gay non riuscivo a dirla, a mia moglie dicevo ‘Emanuele è strano’. E lei rispondeva: ‘E’ educato’. Sia mia moglie che i parenti sapevano che Emanuele è gay.

Emanuele era andato a vivere con la nonna paterna e il rapporto con il padre si era fatto sempre più freddo. Durante un pranzo organizzato dal fratello di Tania, Salvatore ha appreso la verità: Emanuele non tornava a casa perché aveva paura di dirgli che è gay. Sono seguiti gli sms di disprezzo: nonostante Salvatore abbia chiesto perdono, era troppo tardi.

Il padre ha quindi deciso di chiedere aiuto al programma C'è Posta per Te

Ti chiedo perdono per non essere mai stato un padre affettuoso, per i brutti messaggi che ti ho scritto e non mi importa se sei gay. Sei e sarai sempre mio figlio. Ti voglio bene”. Poi si è rivolto alla moglie: “Amore, ti chiedo perdono se ti ho sempre trattato male, ti chiedo perdono se per colpa mia non hai parlato con tua mamma, ti prometto che sarò un uomo migliore, un padre migliore e un marito migliore. Senza di voi la mia vita non ha senso, ti amo, ti prego fammi tornare a casa”.

Sia Tania che Emanuele non hanno creduto al pentimento dell'uomo e hanno deciso di chiudere la busta. "Per 22 anni – ha detto la moglie – è sempre stato così, mi ha trattato sempre male".

Redazione