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Cieca col cane guida bloccata dalla polizia. È proprio il caso di dirlo, riflettendo sulla denuncia avanzata da Il Fatto Quotidiano. Una donna romana di 35 anni, non vedente, viene accolta in sala d'aspetto anziché al primo piano del commissariato perché i cani non possono salire. È accaduto al Commissariato "Tuscolana", del quartiere Cinecittà, con il cane guida al guinzaglio. Doveva semplicemente denunciare lo smarrimento di un documento, ma la donna si è trovata di fronte a una vera e propria beffa.

Se la norma limita la presenza degli animali, va comunque ricordato che per i cani guida vigono altre regole. Oltre al fatto che a prescindere dalle leggi dovrebbe prevalere sempre il buon senso. Un corpus di norme tutela i diritti dei ciechi in Italia, ma le associazioni di settore lamentano una scarsa applicazione delle stesse. Su Il Fatto Quotidiano si legge:

Teoricamente un disabile sensoriale col cane dovrebbe poter accedere ovunque senza limitazioni. Dal 1974 negli esercizi e uffici pubblici senza limitazioni, sui mezzi pubblici, taxi, hotel, ospedali, chiese, scuole etc… Nel 2006 è arrivata anche una legge che li tutela dalle discriminazioni. I principali comuni italiani hanno poi adottato ordinanze che esonerano i cani da lavoro dalla museruola, e Roma Capitale non fa eccezione. “L’incidente è chiuso, ma mi chiedo: se l’oggetto della denuncia non fosse stato un banale smarrimento di documenti? Ho anche pensato di denunciare loro perché non prendevano la mia denuncia. Ma è era davvero paradossale”. Anche perché la polizia si avvale di unità cinofile. Il suo sito istituzionale riporta in bella vista l’elenco dei cani “pensionati” da adottare, e tanti ce ne sono. Così HagbarII, bel pastore tedesco di colore nero del servizio antidroga, matricola 1898 deve uscire dalla Questura di Milano. Il bel labrador biondo che accompagna la signora Ada non può entrare in quella di Roma. Paradossi italiani, per chi li vuol vedere.


Fonte: Il Fatto Quotidiano