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Le abitudini alimentari cambiano. E la Food and Drug Administration americana cerca di mantenersi al passo con i tempi. Sulla spinta delle richieste delle società alimentari e della politica l'agenzia, per la prima volta dal 1990, lancia la revisione ufficiale della definizione di cosa è "sano e salutare". L'obiettivo è chiedere al pubblico e agli esperti di alimentazione quale potrebbe essere la definizione moderna, una che possa aiutare anche a definire al meglio quali ingredienti e nutrienti possono considerarsi sani.

"Riteniamo che sia il momento opportuno per esaminare le regole che riguardano il contenuto degli alimenti ritenuti salutari", afferma la Fda, annunciando la "svolta salutista". Quando il termine 'salutare' è stato definito in modo ufficiale nel 1995, il basso contenuto di grassi era la principale preoccupazione dei medici. Poi le cose sono cambiate. Ed ecco la prima regola: lo zucchero no, neanche per i nutrizionisti.

Al momento i cibi possono essere etichettati come salutari se centrano cinque criteri su grassi, grassi saturati, sodio, colesterolo e ingredienti come la vitamina C o il calcio. I livelli variano a seconda della categoria alimentare, ma generalmente gli snack non possono avere più di 3 grammi di grassi. Una definizione quella attuale di salutare che esclude gli avocado, ritenuti troppo grassi, ma include alcune merendine.

L'idea di salutare è cambiata, ed è stata introdotta – affermano alcuni nutrizionisti – quella di grassi salutari. "Prove scientifiche indicano che la chiave in una corretta alimentazione non è legata solo all'ammontare di grassi ingeriti ma al tipo di grassi che si consumano", dice Connie Diekman, nutrizionista della Washington University a St. Louis.

Le vendite di cibi a basso contenuto di grassi sono di recente calate, con i consumatori che preferiscono cibi senza glutine e cibi tutti naturali.