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01Abate e Saggio: “Basta assistenzialismo, la ripresa deve partire da noi stessi”

Ecco la ricetta in quattro punti che CdO propone alle istituzioni per la ripresa della Sicilia

Il Sud scivola sempre più nell’arretramento: nel 2014 per il settimo anno consecutivo il Pil del Mezzogiorno è ancora negativo (-1,3%). La fotografia che emerge dal Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno non è confortante.

Su questi dati intervengono perentori Salvatore Abate e Carlo Saggio, rispettivamente presidente ed ex presidente di Compagnia delle Opere Sicilia Orientale, che avviano una serie di proposte, che possano servire da ricetta per un rilancio del Sud Italia.

E alle istituzioni, ai colleghi imprenditori, alla politica indirizzano una lettera nella quale spiegano su cosa puntare per il rilancio del Mezzogiorno.

 

“Innanzitutto due premesse che, da siciliani, ci stanno particolarmente a cuore. In primo luogo, è maturata in noi la consapevolezza che l’assistenzialismo, che ha così profondamente e negativamente   segnato la storia recente della nostra regione, è stato un patto scellerato di cui anche noi siamo stati parte. Un patto per il quale, in cambio di una “certa minima” sicurezza, abbiamo rinunziato a sviluppare la nostra creatività e ad assumerci fino in fondo la responsabilità per il nostro futuro e per quello dei nostri figli. Per questa ragione sappiamo e vogliamo che la prima mossa per sottrarci alla mortale morsa dell’assistenzialismo non può che venire da noi stessi. In secondo luogo, anche noi dobbiamo imparare a conoscere meglio quelle che c’è e che può nascere, per sostenerlo e svilupparlo. Ciò non è scontato e, dobbiamo ammetterlo, tante volte, troppe, non conosciamo la ricchezza che ci è vicina. E allora cosa si proponiamo?

1.      La prima provocazione la facciamo a noi stessi, che abbiamo a cuore il presente e il futuro della nostra Sicilia. Assumiamoci fino in fondo la responsabilità di conoscere ciò che c’è e ciò che può nascere, per sostenerlo e svilupparlo in un lavoro che sia comune e solidale; prima di invocare il giusto intervento delle pubbliche istituzioni facciamo tutto ciò che è possibile in questa direzione.

2.      La seconda alle istituzioni: chiediamo che gli interventi pubblici siano indirizzati a queste finalità.

Ci siamo chiesti cosa può facilitare questa responsabilità? Cosa può aiutare ciò che c’è e cosa può aiutare a far nascere una nuova responsabilità?.

Ecco le quattro idee

·        Rinunziamo come meridionali a ogni tipo di sussidio, di intervento a pioggia, di incentivo in cambio di una reale detassazione per gli investimenti, per chi reinveste gli utili in azienda, per chi vuole avviare e sviluppare nuove imprese.

·        Chiediamo una legislazione che permetta, nel Mezzogiorno, una reale flessibilità nei rapporti di lavoro, anche in funzione del territorio in cui sono insediate le imprese, e che favorisca, quindi, l’avvio di nuove aziende.

·        È necessario studiare e attuare modalità per le quali le imprese del Sud possano realizzare interventi strutturali e infrastrutturali, riconosciuti di rilevanza pubblica e utili per il proprio sviluppo, anche anticipandone i costi da scomputare poi nei rapporti con la Pubblica amministrazione.

·        Aprire, e chiudere brevemente, un reale dibattito per individuare insieme le grandi infrastrutture necessarie per lo sviluppo delle imprese del sud

 

Questi quattro punti saranno indirizzati ai politici presenti, al mondo imprenditoriale, associativo, istituzionale e culturale, in occasione di Expandere 2015 che si terrà il 10 novembre 2015 a Etnafiere di Belpasso. “Rivolgeremo ai rappresentanti delle istituzioni, in occasione dell’Assemblea conclusiva dell’evento, gli obiettivi e i punti su cui riteniamo si debba lavorare – spiega Abate – E’ importante che ci stiano a sentire. Il rilancio di questa regione può e deve partire anche da noi”.