Dietro la porta ci sono persone, esseri umani. Dietro la porta ci sono anime. Dietro la porta ci sono occhi chiusi, da un lato, occhi aperti, arrossati, dall’altro. Dietro la porta ci sono bocche chiuse, a volte distorte in smorfie innaturali. Dietro la porta ci sono camici bianchi, o verdi, o rossi. Dall’altro lato ci sono abiti variopinti, estivi o invernali, secondo stagione. Dietro la porta ci sono anime che lottano per la salvezza dei loro corpi. Dall’altro lato di quella porta ci sono persone che pregano per quei corpi intubati. Quella porta che divide la vita dalla morte. Quella porta, a volte, diventa una soglia invalicabile. Dietro quella porta un esagerato senso del dovere nega, certe volte, una maggiore umanità. Dietro quella porta c’è un genitore, un familiare, un amico, che vorrebbe semplicemente una parola di conforto, un sorriso. Dietro quella porta un essere umano, per regolamento, deve aspettare ventiquattro ore per chiedere una notizia. Dietro quella porta dei tecnologici monitor con i loro bip segnalano la vita. Dietro quella porta il fumo di migliaia di sigarette sale al cielo come un tempo saliva quello delle offerte poste sugli altari degli dèi.
Dietro la porta ci sono tante storie, poco importa se sono storie di vite ordinarie. Dietro la porta si conoscono altre persone, perfetti sconosciuti che diventano amici, fratelli, che condividono la comune attesa. Dietro la porta si piange anche per il figlio di un’altra madre, perché quel figlio diventa tuo fratello, sua madre diventa tua madre. Dietro la porta non ci sono distinzioni sociali, il dolore avvicina mondi altrimenti lontani. Dietro la porta…
Dedicato a tutti coloro che stanno dietro quella porta, indifferentemente che stiano da una parte o dall’altra.
Toni Gagliano (settembre 2015)
