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Le arance siciliane come i pomodori Pachino. Meraviglie di Sicilia accomunate da un destino balordo: rischiano di sparire perché i costi di produzione sono superiori ai guadagni. E gli agricoltori non ce la fanno più. Un'inchiesta de "Il Giornale" fa luce all'interno di un labirinto di spreco, malapolitica e scarsa lungimiranza. Sul quotidiano si legge:

È un mercato in perdita. Le spese di produzione superano del doppio i ricavi di vendita. Un tracollo. Per chi raccoglie, ai 20 centesimi del costo di produzione bisogna aggiungerne 18 per le fasi successive fino alla lavorazione e alla selezione dei calibri. E anche per le aziende che imballano e spediscono i frutti – qui sono altri 45-50 centesimi al chilo – i ricavi sono nulli se non per le arance di grosso calibro, le 72, che si vendono a 90 centesimi.

Al mercato all'ingrosso di Catania, uno dei più grandi del sud Italia, le arance siciliane vanno via a 70 centesimi al chilo, addirittura a 50 al mercato del pesce del porto: c'è un angolo, lungo gli archi della Marina, dove sono esposte su assi ballerine poggiate su cassette di plastica. Qualche volta anche sui cofani delle macchine. Quando i venditori abusivi vedono le telecamere i vigili li fanno spostare, altrimenti li lasciano fare. 'Spesso sono arance razziate dai campi', ci spiega Giovanni Pappalardo, responsabile Coldiretti della città etnea. 

Il dramma sembra non avere fine. "La Sicilia si piega alla concorrenza famelica dei Paesi del Nordafrica, agevolati da dazi sempre più bassi (azzerati quelli dell'olio per la Tunisia), da accordi bilaterali vantaggiosi, come per il Marocco, e a un embargo russo alla Turchia che riversa così sull'Europa, e sull'Italia in particolare, ciò che un tempo prendeva la via di Mosca. 'Questa – spiega un produttore – è una terra dalle proprietà organolettiche eccezionali'. Terra e acqua insieme, un miracolo della natura. Fino all'anno della disgrazia. 'Non so se andremo avanti. Come noi molti altri'. Suona come una resa definitiva".

Ma sappiamo davvero cosa mangiamo? Sulle nostre tavole, spesso, non arrivano affatto arance siciliane. "Il Giornale" scrive: "Sono luminosi e resistenti all'esterno, ma 'se li vai a odorare si sente proprio il medicinale all'interno. Sono sostanze cancerogene, ma nessuno fa i controlli'. Il presidente della Coldiretti Sicilia, Alessandro Chiarelli, la spiega così: 'Nei porti la merce non può essere controllata camion per camion'. E questo comporta dei rischi anche per la nostra salute. Ad esempio, nei Paesi del Maghreb a forte esportazione di ortofrutta 'vengono usati pesticidi che non sono più utilizzabili in Europa. I nostri sono biodegrabili'. E ovviamente costano molto di più. La grande incognita sono i residui. La concorrenza è dunque non arginabile non solo per le differenze sulla manodopera, ma anche sui prodotti utilizzati".