Ecco cosa si rischia parlando male del capo sui social

Rientra nel novero dei casi tipici da "si sa già", però si verificano ancora nuovi episodi: parlare male dei capi, anche futuri, e avere problemi con il lavoro. Secondo una ricerca dell’associazione di psicologi 'Donne e qualità della vita' citata dall'Adnkronos, su oltre 100 responsabili del personale e dirigenti Hr di aziende, ormai il 50% delle imprese che assumono guarda i profili social dei candidati (quando accessibili e pubblici) per farsene un’idea, dopo aver effettuato i colloqui. Ebbene, trovare commenti sui propri ex datori di lavoro può essere fatale per un’assunzione.

Secondo la ricerca, infatti, un’azienda su due ritiene i profili social dei potenziali candidati un canale di informazione utile per inquadrare meglio il candidato. Il 44% pensa che chi parla male pubblicamente delle sue esperienze lavorative sia poco affidabile. Il 66% è convinto che chi tende a sparlare dei propri ex datori di lavoro lo farà sempre anche in futuro. L’87% delle aziende intervistate dagli psicologi apprezza riservatezza ed equilibrio dei candidati sui social.

È apprezzato, di contro, chi parla bene del proprio lavoro nel 68% dei casi. Non piace neanche chi in generale mostra un atteggiamento troppo rigido nell’affrontare un impiego. Per esempio, i responsabili aziendali esprimono scetticismo verso chi si lamenta del proprio lavoro in pubblico (33% delle risposte) o chi parla continuamente di vacanze (22% del campione). Più affidabile chi, invece, esprime attraverso i propri profili social pubblici atteggiamenti che trasudano passione e abnegazione per il lavoro.

 

Fausto Rossi