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"A Sanremo c'è qualcosa di pilotato": Enrico Ruggeri, vincitore del Festival per due volte, nella sua nuova autobiografia per Mondadori ci va giù pesante. "Mettere per iscritto la mia vita è stato un percorso molto duro, con momenti di autentico terrore", spiega al "Corriere della Sera". Tuttavia, ha scelto questo fase della sua vita per raccontarsi in pubblico perché "a 60 anni mi sento meno impacciato nel raccontare di persone che non vivono più in questo mondo e di altre che non vivono più nel mio mondo".

Ruggeri ripercorre le tappe della sua vita: gli attriti con il padre, le tendenze politiche, le sconfitte professionali e infine le delusioni umane. Come la lunga battaglia contro la droga: "Mi drogavo perché avevo un mucchio di soldi da spendere e quella polvere era parte integrante della vita sociale di Milano. Ma un giorno decisi di smettere e non l'ho mai più toccata". Ruggeri racconta la sua carriera musicale e scandisce i momenti più importanti: i primi passi negli anni 70', la vittoria a Sanremo nel 1993 e le delusione più amare.

Il cantautore si leva dei sassolini dalla scarpa: recrimina che all'Eurovision del 1993 la Rai fece di tutto per non farlo vincere. "Andai in Irlanda per la gara e la funzionaria che mi accompagnava disse: 'Sono qui per evitare che lei arrivi primo'". Inoltre, svela un retroscena sull'edizione di Sanremo del 2003, quando partecipò in coppia con Andrea Mirò: "Una nota signora dello spettacolo convinse tutta la giuria di qualità a darci zero per aprire la strada del podio a un suo amico". Ruggeri non fa nomi ma lancia un accusa pesante, desinata a fare scalpore: "Non parlo di frode ma magari c'è qualcosa di pilotato a Sanremo. Basta comporre le giurie in un certo modo o far chiudere il televoto a una certa ora e il gioco è fatto".