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PALERMO – Ergastolo per il boss Nino Madonia, responsabile dell’omicidio di Sebastiano Bosio: il chirurgo fu ucciso a colpi di pistola sotto al suo studio di via Cuccia il 6 novembre 1981. La sentenza è stata emessa ieri dalla Corte d’Assise d’Appello che ha ribaltato il verdetto di primo grado: il 30 giugno 2014, infatti, l’imputato era stato assolto dai giudici. La Corte ha accolto la richiesta del pg Nico Gozzo.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, Bosio, da primario del reparto di Chirurgia vascolare dell’ospedale Civico, si sarebbe rifiutato di operare un uomo d’onore e per questo avrebbe pagato con la vita. Le indagini sul caso sono state più volte aperte e archiviate, fino alla svolta: dopo una perizia del Ris sui proiettili dell’arma dalla quale erano partiti i colpi contro il chirurgo venne fuori che questi erano compatibili con la calibro 38 utilizzata il 5 giugno 1982 per uccidere due meccanici di Passo di Rigano, Francesco Chiazzese e Giuseppe Dominici.

A sparare in quel caso era stato proprio Nino Madonia, che per questo duplice omicidio è già stato condannato all’ergastolo. Al quale ora si è aggiunto anche quello per la morte di Bosio. Gli avvocati dell’imputato, Marco, Giulia e Valentina Clementi, annunciano il ricorso in Cassazione.  La Corte ha riconosciuto le provvisionali alla moglie di Bosio Rosaria Patania (200mila euro), alle figlie Liliana e Silvia (100mila euro ciascuna) e 10mila euro all'ordine dei medici: erano parte civile al processo con gli avvocati Roberta Pezzano, Fausta Maria Amato, e Mauro Torti.