Dall’11 ottobre 2025, Favara (Agrigento) si trasforma in un museo a cielo aperto con il progetto Maua Special Edition, portando arte, innovazione e comunità nel cuore della Sicilia.
Favara non è nuova alla sperimentazione artistica. Ma con l’arrivo del Maua – Museo di Arte Urbana Aumentata – compie un ulteriore salto avanti: ventisette murales già esistenti nei cortili di Farm Cultural Park prendono nuova vita grazie alla realtà aumentata. Più di trenta artisti digitali hanno reinterpretato queste opere trasformandole in esperienze immersive, accessibili semplicemente inquadrando le pareti con uno smartphone.
Un’iniziativa che unisce arte, tecnologia e partecipazione, rendendo Favara una tappa imperdibile per chi ama la street art, la sperimentazione digitale e la valorizzazione del territorio.
L’Arte che prende vita con uno smartphone
Immagina di camminare tra i cortili di un borgo storico e vedere i murales animarsi davanti ai tuoi occhi. A Favara sarà possibile grazie all’app gratuita Bepart, disponibile per tutti gli smartphone.
Sarà sufficiente puntare la fotocamera su uno dei murales per attivare un contenuto visivo aumentato: animazioni, effetti grafici, narrazioni visive create appositamente per dialogare con l’opera originale. Un modo semplice e diretto per coinvolgere ogni visitatore, anche i meno esperti di arte contemporanea o tecnologia.
Non si tratta di un’esperienza passiva, ma di una vera e propria co-creazione tra artisti, tecnologi e pubblico, che ridefinisce il concetto di museo: non più solo contenitore, ma spazio aperto e dinamico.
Un progetto culturale per la comunità
Maua Favara nasce grazie al Fondo Next Generation EU, gestito dal Ministero della Cultura. Un investimento che non riguarda solo l’arte, ma anche la rigenerazione urbana, l’educazione culturale e l’innovazione sociale.
Il progetto è il frutto dell’incontro tra due realtà diverse ma complementari:
- Bepart, impresa culturale milanese specializzata in realtà aumentata e ideatrice del Maua.
- Farm Cultural Park, esempio virtuoso di riqualificazione urbana attraverso arte, architettura e pratiche sociali, che ha trasformato il centro storico di Favara in un laboratorio culturale.
Grazie a questo incontro, sette cortili del quartiere e lo storico Palazzo Miccichè sono stati attivati e resi parte integrante di un circuito museale che non ha bisogno di pareti né di biglietti.
Esplorazione libera o tour guidati
A partire da sabato 11 ottobre, i visitatori potranno esplorare in autonomia il percorso Maua di Favara oppure partecipare ai tour guidati, organizzati per raccontare non solo le opere ma anche il contesto urbano e umano in cui sono inserite.
Ogni murale rappresenta una storia, ogni cortile è un punto di incontro tra passato e futuro. L’esperienza si adatta a ogni tipo di pubblico: famiglie, studenti, turisti, appassionati d’arte e cittadini curiosi.
Arte accessibile anche da remoto
Non puoi andare a Favara? Nessun problema. Il Maua ha pensato anche a chi vive lontano: sul catalogo online del museo è possibile fruire dei contenuti aumentati direttamente da casa.
Basta collegarsi al sito del museo per esplorare le opere reinterpretate in digitale, scoprire i murales originali e leggere le storie degli artisti coinvolti. Un modo per abbattere le barriere geografiche e portare l’arte aumentata ovunque.
Favara: un laboratorio di futuro
Il progetto Maua si inserisce in un percorso già tracciato da anni a Favara. Grazie al lavoro di Farm Cultural Park, la cittadina agrigentina è diventata un punto di riferimento nazionale per l’innovazione culturale nei centri minori.
In un territorio spesso considerato periferico, prende forma un modello replicabile di rigenerazione urbana, basato su:
- coinvolgimento della comunità;
- valorizzazione degli spazi pubblici;
- uso della tecnologia come strumento educativo e creativo;
- attrazione di talenti artistici da tutto il mondo.
E oggi, grazie al Maua, questa rete si estende, abbracciando una nuova forma di museo, senza porte né confini.
Tecnologia al servizio della cultura
Il Maua non è solo un esperimento estetico, ma anche una proposta educativa. Attraverso la realtà aumentata, si promuove un nuovo approccio alla fruizione culturale:
- più dinamico;
- più accessibile;
- più interattivo.
Una lezione utile per tutte le istituzioni culturali: avvicinare i giovani e rendere partecipativa l’esperienza museale non è solo possibile, ma necessario.
Cosa ci insegna Maua Favara
L’inaugurazione dell’11 ottobre rappresenta solo il punto di partenza. Maua Favara è destinato a diventare un modello di riferimento per altri borghi italiani, dove cultura, tecnologia e partecipazione possono generare valore reale.
In un’epoca in cui spesso si parla di “desertificazione culturale” nei piccoli centri, Favara dimostra che un’altra strada è possibile: una strada fatta di visione, coraggio e collaborazione.
