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Festa di Sant’Agata a Catania, 5 mostre per celebrare la Patrona

Dopo due anni di stop a causa della pandemia da Covid-19 torna in presenza la festa di Sant’Agata, la Vergine e Martire Patrona di Catania.

Tra le vie del capoluogo etneo i preparativi già fervono da tempo, si respira nell’aria il grande desiderio di vivere Agata da parte dei suoi concittadini e degli oltre un milione di turisti e devoti che giungeranno per l’occasione da tutto il mondo.

In programma dal 1° febbraio 2023 un ricco calendario di mostre, eventi e iniziative culturali all’insegna del contemporaneo, prodotti e condivisi con la città da Fondazione Oelle Mediterraneo Antico Ets, presieduta da Ornella Laneri con la direzione artistica di Carmelo Nicosia.

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Oltre due mesi di programmazione con cinque mostre temporanee per raccontare il patrimonio devozionale e demoetnoantropologico della straordinaria Festa di Sant’Agata attraverso le ricerche e i linguaggi più attuali delle arti visive, per leggerne l’affascinante complessità tra riti e simboli.

Coinvolti diversi luoghi di Catania, dalla chiesa di San Nicolò l’Arena al Palazzo centrale dell’università, da Isola e Libreria Prampolini fino alla fOn Art Gallery di Aci Castello.

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“Per il terzo anno Oelle celebra Agata in forma contemporanea – ha affermato Ornella Laneri, presidente della Fondazione – quest’anno i 4 colori che ne caratterizzano la festa, il bianco (il sacco), l’oro (Agata), il rosso (il drappo) e il verde (l’olivetta), raccontano un percorso in continuo divenire che trova la sua massima espressione nella nostra piattaforma web fondazioneoelle.com/agataontheroad che si ‘autoalimenta’ grazie ai contributi che continuano ad arrivare da tutto il mondo. Attraverso i linguaggi dell’arte (fotografia, scultura, installazione, video, sound art e scrittura) la piattaforma si pone come obiettivo la creazione di un archivio in grado di cogliere la visione “altra” del culto agatino, ponendo l’accento sul rapporto tra la città e la ritualità, tra Agata e le strade, tra Agata e i suoni, tra Agata e la comunità locale vissuta senza filtri”.

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Redazione