Incredibile ma vero, una gigantesca piattaforma petrolifera è spuntata nelle scorse ore nelloStretto di Messina, a meno di un chilometro dalla Rada “San Francesco”, e sta transitando nel braccio di mare tra Sicilia e Calabria. In questi minuti si trova di fronte Reggio. La struttura è inequivocabilmente quasi completa, e sembra sia soggetta a manutenzione o altro tipo di lavoro. Uno “spettacolo” mai visto dagli abitanti dello Stretto.
Ricordiamo che Greenpeace da anni cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericolo “trivelle”, con la campagna “U mari non si spirtusa“. Come si legge sul sito dell’organizzazione ambientalista internazionale, “l’estrazione dell’oro nero porterà profitti solo alle compagnie petrolifere mentre rappresenta un rischio inaccettabile per l’ambiente, l’economia e il benessere delle comunità costiere“.
È chiaro che non si può trivellare nello Stretto di Messina, ed infatti la piattaforma è solo in transito, ma il pericolo della corsa al petrolio è una realtà per tutto il meridione, dal Canale di Sicilia al calabrese jonico. I danni provocati da tali pratiche all’ecosistema marino sono inquantificabili. Anche per questo Greenpeace ha lanciato una campagna a livello europeo chiamata “Dichiarazione di indipendenza dalle fonti fossili“, per spingere l’UE ad abbandonare i progetti di trivellazione e puntare sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.
Dario Lo Cascio
Strettoweb
