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Giornalisti Espresso e richiesta di giudizio immediato. Piero Messina e Maurizio Zoppi continuano a essere nei guai dopo la querelle sulla presunta intercettazione shock riguardante Matteo Tutino, Rosario Crocetta e Lucia Borsellino. La procura di Palermo ha chiesto il giudizio immediato per i due cronisti, accusati di di calunnia e di diffusione di notizie false ed esagerate.

"Questa va fatta fuori come il padre", le parole nell'occhio del ciclone. E origine del caos alla fine del quale il procuratore Francesco Lo Voi (nella foto), l'aggiunto Leonardo Agueci e il pm Claudio Camilleri hanno firmato la richiesta. L'"immediato", con conseguente bypass dell'udienza preliminare, è percorribile quando la prova del reato è evidente e nei 90 giorni dalla commissione del reato.

La palla ora passa al gip, che dovrà decidere se accogliere l'istanza. Gli imputati, poi, potranno fare giudizio ordinario o scegliere il rito abbreviato. Zoppi e Messina si sono difesi sostenendo di aver ascoltato l'intercettazione. La procura ha negato che esistesse sia agli atti del procedimento in cui il medico Tutino è indagato per truffa, sia in qualunque altro fascicolo d'indagine pendente davanti ai pm.

Come sottolinea LiveSicilia, l'accusa contesta ai due l'aver calunniato l'ex capo del Nas di Palermo, il capitano Cosentino, che venne indicato come la fonte della notizia. Messina fece il nome del militare a un altro ufficiale dell'Arma, mentre Zoppi in sede di interrogatorio davanti ai pm. Circostanza che ha fatto scattare anche per lui l'accusa di calunnia: inizialmente, infatti, a suo carico era stato ipotizzato solo il reato di divulgazione di notizia falsa. Il gip ha cinque giorni per provvedere sulla richiesta di giudizio immediato.