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papaSono commosso alle parole di Papa Francesco di accogliere gli immigrati come dono e di aprire i conventi chiusi per ospitare i profughi. Questo Papa rende onore al nome che ha scelto, Francesco, il santo amato da tutti i credenti e non credenti. Io vivo in una casa famiglia ( Oasi della Divina Provvidenza a Pedara) dove l'accoglienza è un credo, anche ora abbiamo diversi immigrati provenienti da paesi in guerra, stati poverissimi. Conosco persone come Fratel Biagio che accoglie a Palermo 1000 persone di cui almeno 500 immigrati da paesi in guerra, paesi poveri. Ma conosco anche tanti istituti religiosi, che alla nostra richiesta di aiuto per ospitare degli immigrati ci hanno detto che non era il loro carisma l'accoglienza, o altre risposte di diniego (non le cito perché la mia pagina si chiama Gioia). Con le parole di Papa Francesco mi sento meno solo, tutti i missionari, chi accoglie gli immigrati è meno solo. Non siamo noi i diversi, gli strani che apriamo le porte delle nostre case a chi fugge da guerre, carestie, disperazione. Chi non apre le porte a chi soffre, a chi scappa dalle guerre è in errore e sta sbattendo la porta in faccia a Cristo che bussa alla sua porta. Essere cristiani vuol dire aprire le porte all'accoglienza non chiuderle in nome dei nostri egoismi. Grazie Papa Francesco mi hai fatto piangere di Gioia, abbiamo finalmente un Papa che incarna il Vangelo.