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Jerry Calà critica i giovani d'oggi. "Sembra che stiano ad aspettare qualcuno che gli prepari qualcosa", scrive l'attore su Facebook in un lungo post. Il racconto è incentrato su un episodio della sua carriera, quando gli venne proposto un contratto per recitare in una serie di film. Alla fine Jerry Calà espone la morale: "Basterebbe la metà dell’entusiasmo che avevano quegli sprovveduti che giocavano a fare gli yuppies per riportare l’Italia in carreggiata. Siamo noi gli artefici del nostro destino, e i cazzoni che andavano a passare il Natale tra i ricchi sapevano cosa volevano e come ottenerlo".
 


Jerry Calà era stato scritturato per 'Al bar dello sport', un film con Lino Banfi in cui avrebbe dovuto impersonare un ragazzo muto. "'Cosa? Siete pazzi?', dissi ai produttori. C’è tutta l’Italia che parla come me, che dice libidine e doppia libidine, prooova, capìttooo! Tutti si aspettano il prossimo tormentone. E io dovrei fare un film muto?'. Fui irremovibile, anche quando mi fecero notare che avevo già firmato il contratto per il blocco di film che mi impegnavo a girare. Niente da fare, continuai a dire di no", racconta. Dopo aver ottenuto un piccolo ritocco alla sceneggiatura, Jerry si impegnò a fondo nel ruolo che gli era stato assegnato, frequentando anche i ragazzi di una comunità di non udenti per comprendere più da vicino il loro mondo.

Questi incontri furono anche oggetto di un piccolo malinteso con Mara Venier, con la quale Jerry Calà conviveva all’epoca: "Una delle prime volte i ragazzi sordomuti vennero a casa mia per conoscermi. Mara era gelosissima di me, e francamente aveva ragione a esserlo! Ero un po’ troppo birichino. I ragazzi suonarono al citofono. Mara andò a rispondere: 'Chi è?'. Nessuna risposta, ovviamente. Allora Mara esplose: 'Ecco, te o vedi! Sarà una delle tue sciacquette che la viene a sonar el campanel e la scapa perché ga sentio la mia voce… Perché tu… tu… tu sei un puttanier!'. Almeno quella volta ero innocente, e cercai di difendermi da quelle accuse. Suonarono di nuovo, mi affacciai e vidi quel gruppetto di ragazzi sordomuti che faceva grandi gesti per farsi aprire il portone".

La conclusione è un commento alla società odierna. Jerry Calà striglia i giovani italiani che non sono disposti ad avere quello spirito dei "bauscia di Vacanze di Natale". Secondo lui i "bauscia" erano arricchiti e volgarotti: "Però avevano la voglia di arrivare e ci arrivavano".