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Incontriamo a Roma, dove opera, il pittore Francesco Guadagnuolo, l’affermato artista siciliano, il quale documenta, in occasione della Santa Pasqua ad Ardea, vicino alla Capitale, un eccezionale capolavoro pittorico, la “Crocifissione”, dalle misure 3 x 2 metri che ha voluto dedicare al “Giovedì Santo” di Caltanissetta, che sarà esposta nella mostra a lui dedicata Domenica delle Palme 9 aprile 2017, con inaugurazione alle 18,30, al Centro di Cultura Domus Danae, via Pratica di Mare, 9 e si potrà ammirare sino a martedì 18 aprile 2017.

Caltanissetta, città siciliana famosa nel mondo per la processione del “Giovedì Santo”, dove arrivano folle di turisti italiani e stranieri per vederla. La Settimana Santa è un fatto religioso tramandato dal popolo che si replica da secoli nel corso della settimana che precede la Pasqua nelle vie di Caltanissetta. Così ricorda il Maestro Francesco Guadagnuolo: «Tutta la mia infanzia e l’adolescenza passate nella mia Città Caltanissetta sono pervase dal ricordo della Settimana Santa, specie la Processione del giovedì chiamata “Le Vare Grandi’. I gruppi emanano commozione nel ricordo della Via Crucis che diventa momento di devozione, pensando che Cristo muore per noi al di là di qualsiasi coreografia. Mi aveva allora colpito il Crocifisso eseguito nel 1891 da Francesco Biangardi. Il gruppo statuario è formato dal Cristo in Croce, in basso la Madonna, dolorante, confortata da Maria di Cleofe mentre Maria Maddalena stringe la Croce. Di fianco si vede il discepolo Giovanni. Questa vara assieme alla Deposizione sono tra le mie preferite. É una rievocazione accorata al seguito delle sedici vare, cui si commuove tutta la città. La fede in questa circostanza è di straordinaria compartecipazione, unita di tristezza e pietà, questa fede non vissuta in maniera intimistica, ma è avvertita come forma collettiva, i nisseni si fanno trascinare in questo rito popolare in cui la gente diviene protagonista, quasi attore, in questo grande palcoscenico liturgico, come scrisse lo scrittore Gesualdo Bufalino: “A Pasqua ogni siciliano si sente non solo spettatore ma attore, prima dolente, poi esultante, di un mistero che è la sua stessa esistenza” ed è proprio questo che mi ha interessato volendo fare vedere attraverso le mie opere che ho intitolato “I miei Misteri Santi”. Una di queste opere è la Crocifissione dedicata appunto alla Settimana Santa a Caltanissetta». Ha scritto il Vescovo Mons. Pietro Garlato (già Delegato Presidente della Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra in Italia) a proposito della “Crocifissione” di Guadagnuolo: «Francesco Guadagnuolo ha cercato, come sempre, soluzioni compositive nuove rispetto all’iconografia classica, – in uno spirito, però, di continuità nell’ambito dell’Arte Sacra – ed ha espresso il suo profondo sentimento religioso attraverso l’uso della luce e dei colori. Ma il lavoro che segna veramente una tappa fondamentale nel suo percorso artistico, è la Crocifissione, una vasta tela di tre per due metri che raffigura il momento culminante della Passione con grande potenza drammatica, resa attraverso il gioco delle linee, delle masse, dei particolari. Verso la figura centrale del Cristo, dal volto luminoso, convergono gli altri personaggi, da quelli presenti in primo piano a quelli posti sullo sfondo, anche se sembrano allontanarsi sotto il peso delle loro colpe. Vediamo così il gesto di estremo dolore, a stento contenuto, della Madre e della Maddalena, espresso dai movimenti delle braccia e delle mani. Intorno a loro altre figure dolenti, mentre i carnefici volgono altrove lo sguardo, puntando tuttavia le lance verso il centro, in un atteggiamento ancora minaccioso che esprime la loro insensibilità. Il male è simboleggiato nel colore cupo della parte inferiore del quadro, con la quale contrasta la luminosità del volto di Cristo, unica espressione di speranza». «Qui Guadagnuolo riprendendo una creatività così fortemente sentita negli anni giovanili – scrive Antonio Picariello – ripropone la maturità visiva di un artista che facendosi conoscere ecumenicamente ha riconosciuto se stesso; la sua terra, l’archetipo sostanziale che si porta nell’anima segreta come dominio universale che ha attraversato successi americani, europei, asiatici mondiali e adesso ritorna fedele al luogo di partenza carico di quella forza magica, ieratica che l’arte, che Francesco Guadagnuolo fa, con devozione di senso, rivivere e partecipare nella sua nativa riconoscente magnifica Sicilia».