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La festa di Santa Lucia a Valguarnera è molto sentita, in particolar modo dalle famiglie Lacagnina e Trovato, che ormai da decenni nonostante il trasferimento in Germania di buona parte dei componenti delle famiglie, ogni anno il 12 dicembre rientrano a Valguarnera per sciogliere il loro voto a Santa Lucia preparando il “pagliolo”, arbusto di paglia (ddisi o buje) assemblato con del fil di ferro, con il diametro di circa un metro ed un’altezza di cinque metri, una sorta di candelora o cero votivo che viene poi acceso in cima e portato per le vie del paese su di un apposito carrello, con il seguito del quadro raffigurante la Santa Martire Siracusana e la banda musicale.
Nelle varie piazze dei quartieri Valguarneresi si alzano le fiamme di grandi falò (i burgia) realizzati dalla gente in onore della Santa.

Il 13 dicembre anche a Valguarnera per tradizione si consuma la “cuccia”, un piatto preparato con il frumento, rievocazione del miracolo avvenuto nel 1646: a Siracusa, colpita da una grave carestia durante la dominazione spagnola, giunge una nave carica di frumento. Da quel momento alla devozione per Santa Lucia è stato associato l'uso del mangiare cuccia il 13 dicembre di ogni anno, tradizione che si è diffusa ormai in tutta la Sicilia. Nel tardo pomeriggio, dopo la celebrazione della S. Messa ha inizio la processione con il simulacro di Santa Lucia Vergine e Martire Siracusana invocata quale protetrice della vista.

Marco Rizzone