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Le tele dell’artista nissena Enza Lomonaco – Un ponte ideale fra cielo e terra

Osho per indicare il percorso spirituale dell’uomo, usa spesso la metafora dell’albero che per poter svettare in alto i suoi rami e resistere alle intemperie, deve avere radici profonde conficcate nella madre terra. Ciò per dire che l’uomo che intende elevarsi spiritualmente deve necessariamente passare per la sua animalità, altrimenti il suo cammino rimane privo di basi naturali e stabili per superare le asperità della vita. Le sue radici primordiali affondano nella madre terra, e l’istinto, quello sano e non deviato della modernità, la passione, l’emozione, sono l’alimento per far germogliare le foglie, i fiori, i frutti della sua potenziale capace anima.

  Osservando i dipinti dell’artista nissena Enza Lomonaco, come se si stessero sfogliando le avvincenti pagine di un romanzo, narrano questo indispensabile percorso umano attraverso un più o meno sapiente, o forse istintivo accostamento di colori caldi quali il rosso, l’arancio e le varie terre, e di colori freddi come il blu e l’azzurro nelle loro svariate tonalità. Ella riesce ad armonizzarli, cosa niente affatto facile, a renderli gradevoli e mai stancanti all’occhio del fruitore, pur trattandosi di tinte molto forti e vivaci tipiche dell’espressionismo.

  Con i suoi colori e il suo stile riesce a sintetizzare e a soddisfare molto bene le istanze terrene e quelle spirituali, avendole molto probabilmente interiorizzate e appagate per prima dentro lei stessa, cosicché le sue tele appaiono nel contempo sensuali e spirituali. I suoi soggetti, infatti, in prevalenza donne, manifestano la volontà dell’artista stessa e del suo essere orgogliosamente donna di compiere il percorso prettamente umano che dalla terra conduce al cielo.

  Le donne di Enza Lomonaco sembrano aver percorso buona parte di questo cammino che si può scorgere nella serenità dello sguardo, nella profondità degli occhi e nella grazia del sorriso o, se questo non c’è, nella leggera e mai grave serietà dell’espressione, senza malinconie, senza rabbie, senza propositi guerrieri per scendere in campo nella vita e prendersi lo spazio che più meritano. In esse il femminismo esasperato, le lotte per la conquista dei sacrosanti diritti sono già superati, forse perché hanno già ottenuto quello che vogliono, o forse perché lo hanno sempre avuto, e si sentono pienamente donne, realizzate ed esenti da disutili confusioni di ruoli di genere, e di cui anzi sono molto coscienti, felici e soprattutto fiere.

  Esse sono finalmente rilassate, serene, hanno abbandonato le armi potendo così ritornare alla originaria innocenza, alla naturale grazia e dolcezza femminile. In loro la sensualità è naturale e non  forzata, e semmai possa apparire pure procace, prorompente ma soprattutto autorevole, forse è più per scoraggiare che per attirare l’incauto maschio nel vortice della maliziosa seduzione da femme fatale o manipolatrice da dark lady. Sembrano bonariamente voler dire al maschio maschilista e insicuro, insoddisfatto e voglioso: “Stai alla larga, con noi non funziona se ti vuoi porre con la sufficienza del maschio padrone!”. E se ci dovesse comunque cascare, peggio per lui. Piuttosto esse sono donne per uomini equilibrati e realizzati, capaci di amare e rispettare la donna.

  Enza Lomonaco ha realizzato pure dei gradevoli e coloratissimi Mandala. Il termine deriva dal sanscrito “manda” che significa “essenza”,  e  “la” che è “possedere” o  “contenere”; ma è tradotto anche come “cerchio” o “circonferenza” o “ciclo”. Infatti, attraverso figure geometriche inscritte dentro un cerchio, essi rappresentano la sacra geometria, la perfezione del creato. Realizzarli e colorarli aiuta a riequilibrare la propria interiorità e ad armonizzarla col cosmo. La pittrice e anche poetessa Enza Lomonaco li ha pure pubblicati in bianco e nero in un libretto edito da “Banca del Tempo” di Bari. Colorarli è un divertimento assicurato per tutti, bambini e adulti, e si dice che serva per riconnettersi con se stessi e il creato, con effetti rilassanti. Jung è stato il primo ad introdurli e ad usarli in Occidente, ottenendo clamorosi risultati terapeutici. Nella concezione buddista dei Mandala, il vero Mandala è soltanto quello mentale e le immagini fisiche servono solo per aiutare a costruire quello autentico che si forma nella mente. Chissà se colorando i Mandala di Enza Lomonaco non si possa riuscire a percorrere per un po’ quel ponte ideale che unisce la nostra terra al cielo?  

 

  Angelo Lo Verme   

Staff Siciliafan