Lino Banfi: “Da piccolo scappai di casa. Ho un rimpianto”

In una lunga intervista al "Corriere della Sera", il mitico Lino Banfi racconta la sua carriera e la sua infanzia. Dopo gli studi dai preti decide, con il disappunto dei genitori, di lanciarsi nello spettacolo. È stato il grande Totò a cambiargli il cognome. "Avrò avuto 16-17 anni, scappai da casa, attratto da artisti e ballerine. Mio padre mi venne a beccare a Taranto, era arrabbiato, mi disse sei pazzo? E pensare che lui sognava che diventassi "cherdinele", cardinale in lingua italiana. Ma non volevo tornare tra i banchi e gli risposi che se mi costringeva a tornare, sarei scappato di nuovo".

Esordisce nell'avanspettacolo è legato a Graziano Jovinelli, padrone del mitico Ambra Jovinelli. Poi diventa attore simbolo delle commiedole sexy degli anni Settanta, con partner sexy come Nadia Cassini ed Edwige Fenech, ancora oggi sua amica. È sposato da 55 anni con Lucia. Una bella vita ricca di affetto e soddisfazioni, ma un rimpianto ce l'ha: "Non mi è mai capitato di interpretare un film importante, di quelli che partecipano ai festival. Non ho mai ricevuto un premio: mi accontenterei di un orsetto di peluche. Nel mio lungo percorso artistico, sono sempre stato scortato da un'ombra di malinconia e forse per questo mia moglie dice che sono sempre inchezzeto. Ma si sa: i comici in famiglia non sono divertenti".

Fausto Rossi