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"Mi davano i soldi a me, tutti i conti li facevo io, il libro mastro lo avevo io… anche delle entrate, dei traffici, la droga, estorsioni… tutto". A parlare è Giuseppe Tantillo, mafioso del Borgo Vecchio ormai pentito. Il libro mastro lo ha consegnato ai carabinieri. È stata una delle prime cose riferite ai pubblici ministeri nel maggio scorso, quando ha deciso di lasciarsi alle spalle la militanza in Cosa nostra. Su "LiveSicilia" si legge:

"Ce l'ho nascosto nella consolle, in un primo momento era messo dentro un fono, quindi non lo hanno trovato i carabinieri… c'ho una consolle in marmo… si sposta e c'è il foglio… quello che mi ha dato Giuseppe Di Giacomo". E i carabinieri del Nucleo investigativo sono al lavoro sulla sfilza di nomi e cifre annotate nel libro mastro. C'è l'elenco di chi paga il pizzo. I riferimenti a commercianti nuovi rispetto a quelli resi noti da un altro collaboratore, Francesco Chiarello con cui, spiega Tantillo, "non ho avuto niente a che fare".

Di alcune estorsioni il neo collaboratore fornisce i particolari. Onofrio Lipari, detto Tonino, ad esempio “un paio di vole è venuto per delle estorsioni… c'erano delle ditte che facevano dei lavori a Borgo Vecchio… lui mi diceva che si interessava lui per farci avere i soldi delle estorsioni”. Un'altra volta Stefano Comandè “è venuto insieme a Tonino Lipari per quanto riguardasse un'estorsione a un costruttore che stava facendo un lavoro in via Ugo Bassi in cui lui, Stefano Comandè, ci disse che se ne sarebbe occupato lui per questa estorsione facendoci avere dei soldi, 1500 euro… stavano facendo un lavoro di ristrutturazione ad un prospetto”.