Sgominata una banda di estorsori che per mesi ha terrorizzato un commerciante di Bagheria. In carcere sono finite due persone, accusate di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L'operazione è l'epilogo di una complessa attività investigativa sviluppata dallo scorso mese di luglio dai carabinieri della Compagnia Carabinieri di Bagheria sotto la direzione della Procura della Repubblica di Termini Imerese.
Le attività investigative hanno preso il via da due attentati incendiari commessi ai danni di un commerciante di macchine agricole a Bagheria a luglio e agosto 2014. "Il modus operandi adottato, consistente nell'utilizzo di benzina mediante cui irrorare le saracinesche dell'attività commerciale, per appiccare gli incendi dolosi del negozio, era indice di un'unica strategia, caratterizzata da ferocia ed estrema spregiudicatezza nonché da una profonda conoscenza del territorio, il cui controllo appare efficace e serrate – spiegano gli investigatori – parimenti evidente la matrice di tipo mafioso, con finalità intimidatoria ed estorsiva".
Più episodi di attentato incendiario, uno il 12 agosto che ha distrutto la saracinesca di una ditta di rivendita di macchine agricole, ancora prima il 19 luglio la stessa ditta aveva patito danni ad opera di due ignoti che avevano provato ad appiccare le fiamme al negozio. Il titolare ha denunciato gli episodi, dicendo di non aver mai ricevuto richieste estorsive di alcun genere, per poi ammettere l'estorsione successivamente. Le indagini hanno portato all’identificazione degli autori dell'incendio del 12 agosto: Gianluca Califano, 22enne bagherese, e Salvatore Benigno, anche lui 22 anni e di Bagheria, i quali durante l'atto intimidatorio sono stati investiti dalle fiamme, riportando delle ustioni agli arti.
Le indagini, hanno fatto ricorso a filmati tratti dai sistemi di videosorveglianza e tabulati telefonici. Il commerciante, vittima degli attentati, in realtà, giorni prima degli incendi era stato avvicinato da una persona collegata con soggetti inseriti nella locale famiglia mafiosa. Le indagini sono adesso nelle mani della DDA di Palermo.