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Cosa unisce le coste assolate della Sicilia, della Spagna e della Grecia? Non solo il mare, la luce e la cultura millenaria, ma anche un vino speciale: il vino fortificato, frutto di tradizioni secolari, di sapienza artigianale e di un’identità mediterranea condivisa.

A Catania, nella suggestiva cornice del Sal Borgo, si è tenuta la tavola rotonda dal titolo “Dal Mediterraneo al mondo: i vini fortificati verso l’Unesco”. L’evento, inserito nella sessione dedicata ai vini dolci, fortificati e ossidativi del Concours Mondial de Bruxelles, ha visto la partecipazione di istituzioni, consorzi di tutela e operatori del settore provenienti da più Paesi.

L’obiettivo è chiaro: rilanciare la candidatura Unesco dei grandi vini liquorosi storici della cosiddetta “fascia del sole”, ovvero Marsala, Jerez e Samos, come patrimonio immateriale dell’umanità.

Un progetto culturale oltre il vino

Non si tratta solo di promuovere tre eccellenze enologiche. Il progetto si propone come una vera e propria iniziativa di diplomazia culturale, capace di unire popoli, territori e visioni. La candidatura, infatti, punta a tutelare un patrimonio che va ben oltre la bottiglia: include paesaggi vitivinicoli unici, tecniche di vinificazione tramandate nei secoli, saperi artigianali profondamente radicati nel territorio.

Come ha dichiarato Giuseppa Mistretta, commissario straordinario dell’Istituto regionale del vino e dell’olio:

“Si tratta di un progetto strategico di straordinario valore. Non promuove solo vini di eccellenza ma una tutela che abbraccia paesaggi, vinificazioni e saperi artigianali”.

Un ponte tra le civiltà del Mediterraneo

I rappresentanti internazionali presenti alla tavola rotonda hanno sottolineato il valore simbolico di questa alleanza. Dal Consejo Regulador de los Vinos de Jerez y Manzanilla, Carmen Aumesquet ha ribadito:

“La candidatura rappresenta un’opportunità di consolidare il legame storico con Marsala e Samos. La nostra produzione può essere riconosciuta come bene culturale e testimonianza del rapporto tra uomo, terra e clima”.

Un legame che affonda le radici nella storia millenaria del Mediterraneo, dove il commercio del vino ha da sempre rappresentato un veicolo di scambio, incontro e integrazione culturale.

Dalla Grecia, Yannis Skoutas, presidente della United Winemaking Agricultural Cooperative of Samos, ha aggiunto:

“Il vino fortificato non è soltanto un prodotto, ma una narrazione collettiva. Ogni goccia racchiude la fatica dei viticoltori e la resilienza delle isole”.

Marsala: storia e visione futura

A rappresentare la Sicilia, il presidente del Consorzio per la tutela del vino Marsala, Benedetto Renda, ha sottolineato il ruolo centrale di questa storica denominazione:

“Marsala è da sempre ponte tra popoli e culture. Inserire i vini della fascia del sole nell’elenco Unesco significa attribuire al nostro lavoro un valore universale. Per affrontare i cambiamenti climatici e le nuove abitudini di consumo dobbiamo investire in ricerca, comunicazione e formazione”.

Un impegno che guarda al futuro, ma con radici profonde nella storia.

Un lavoro di squadra per la candidatura Unesco

Il percorso di candidatura è seguito da vicino dall’Associazione Paladini di Sicilia, con il coordinamento dell’assessorato regionale all’Agricoltura, sotto la guida del capo di gabinetto Calogero Foti. A illustrare la visione strategica dell’iniziativa è stato il presidente dell’associazione, Diego Maggio:

“La sfida è dimostrare come questi vini siano elementi identitari di una civiltà mediterranea, unendo enologia, antropologia, storia e paesaggio”.

Un lavoro che intende costruire una narrazione condivisa tra territori diversi ma accomunati da uno stesso linguaggio culturale: quello del vino.

La Sicilia, protagonista del Concours Mondial de Bruxelles

La giornata è coincisa anche con l’apertura ufficiale della sessione dedicata ai vini dolci e fortificati del prestigioso Concours Mondial de Bruxelles, che quest’anno ha scelto Catania come sede dell’evento. È la terza volta dal 2010 che la Sicilia ospita questa importante manifestazione internazionale, confermandosi crocevia del dialogo enologico globale.

In gara numerose etichette siciliane, tra cui:

  • Marsala
  • Passiti di Pantelleria
  • Malvasie delle Lipari
  • Moscati di Noto e Siracusa

La giuria è composta da 40 esperti internazionali, tra giornalisti, buyers, formatori e operatori del vino, in rappresentanza di 20 Paesi. Un’occasione unica per valorizzare il territorio e le sue eccellenze.

Vini fortificati: non solo tradizione, ma identità viva

In un contesto globale che cambia rapidamente, tra nuove tendenze di consumo e sfide ambientali, i vini fortificati si pongono come testimoni di una civiltà resiliente, capace di adattarsi e rigenerarsi.

Marsala, Jerez e Samos non sono solo nomi di grandi vini, ma simboli di una cultura condivisa, di un Mediterraneo che dialoga attraverso le sue vigne, i suoi profumi e la sua storia.

❓FAQ

Perché i vini fortificati vogliono diventare patrimonio Unesco?
Perché rappresentano un sapere artigianale, storico e paesaggistico unico, radicato nella cultura mediterranea.

Cosa sono i vini della “fascia del sole”?
Sono i vini dolci e liquorosi storici prodotti nelle aree mediterranee soleggiate come Marsala, Jerez e Samos.

Cosa significa “vino fortificato”?
È un vino al quale viene aggiunto alcol per conservarne dolcezza e struttura, spesso utilizzato anche per invecchiamenti particolari.

Quali vini siciliani erano in gara a Catania?
Marsala, Passiti di Pantelleria, Malvasie delle Lipari e Moscati di Noto e Siracusa.

Chi coordina la candidatura?
L’Associazione Paladini di Sicilia, insieme all’assessorato regionale all’Agricoltura.