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Milazzo: terzo comune più popoloso del messinese, comune ricco di storia e archeologia

Milazzo è il terzo comune siciliano della provincia di Messina, per popolazione, ed è posto tra il golfo omonimo e quello di Patti. È conosciuto come meta turistica e punto di partenza dei traghetti per le Eolie.

La penisola su cui sorge il comune di Milazzo, è caratterizzato da una storia antichissima; i movimenti tettonici che ne causarono l’innalzamento sono infatti compresi tra il periodo del Terziario e del Quaternario. Riconosciuta nel 36 a.C. come civitas Romana ma nata per volere dei Greci, la città di Milazzo è stata al centro di alcuni eventi che si sono verificati durante la Prima Guerra Punica del 260 a.C. Il centro, definito anticamente con il toponimo di Mylai, prende il suo nome dal fiume Mela, ed era già conosciuto ai primi ominidi, nel 4.000 a.C.; diversi i reperti a testimonianza, oggi custoditi presso le sale del Museo archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa e presso l’Antiquarium “Domenico Ryolo”.
Sotto il dominio bizantino, Milazzo divenne una delle prime sedi vescovili di Sicilia.
Con l’arrivo dei Musulmani, la città divenne capitale di una circoscrizione territoriale, definita con il nome di “Tallo di Milazzo”, e si trasformò in un importante e florido centro, agricolo e commerciale.

In periodo normanno-svevo, la circoscrizione prende il nome di “Vallo di Milazzo” e infine di comarca; una giurisdizione che aveva l’obiettivo di conferire privilegi speciali a giudici civili, ufficiali giudiziari e militari, almeno fino al XVIII secolo. Nel 1295, fu sede di un’Assise del Parlamento Siciliano e acquisì notevole importanza fino a tutto il Quattrocento, quale sede dei Viceré e dei Luogotenenti di Sicilia. Fu luogo di raduno del contingente siculo-spagnolo volto alla Battaglia di Lepanto (1571), e fu capitale amministrativa dell’Isola, durante tutto il periodo successivo alla Rivolta antispagnola di Messina del 1674. Durante il periodo napoleonico, Milazzo divenne base operativa militare degli Inglesi, mentre nel 1848 fu al centro del moti risorgimentali atti alla difesa di Messina.
Milazzo fu anche teatro di una sanguinosa battaglia a cui dà il nome, compiuta il 20 luglio del 1860, tra le forze di Giuseppe Garibaldi e quelle dei Borbone, che sancì i presupposti per la liberazione della Penisola e la messa a segno dell’Unità.

Dopo il declassamento operato per volere nazionale, il castello di Milazzo divenne un’importante luogo di prigionia, cosicché la città si fece noto luogo di detenzione politica, sia durante la Prima Guerra Mondiale che durante il Fascismo. Il suo porto venne individuato e rafforzato come luogo di importanza stretegico-militare per la Seconda Guerra Mondiale, e fu uno degli avamposti della Liberazione alleata del ‘43.
Oggi, il castello di Milazzo non è soltanto uno dei monumenti-simbolo della città, ma anche edificio storico di importanza nazionale ed europea: sette ettari che si estendono sulla sommità del borgo antico. I primi insediamenti si suppone risalgano addirittura al Neolitico, di cui restano ancora le testimonianze dell’antica necropoli, ma furono gli Arabi a costituirne il primo nucleo e gli Spagnoli a dotarlo della cinta muraria.

L’edificio è di particolare pregio, grazie ad un fregio scolpito nella pietra lavica, presso uno spigolo, che sembrerebbe indicare il punto in cui il sole sorge durante l’Equinozio di Primavera. Uno strumento prezioso dunque, volto a permettere la conoscenza delle stagioni e ad aiutare così i suoi abitanti a tenere in considerazione il passare del tempo. Nel 1928, è venuta alla luce, tra le sue mura, una camera di tortura con uno scheletro umano chiuso al suo interno, in condizioni pressocché intatte; oggi la gabbia si trova al Museo Criminale di Roma, e rappresenta l’unico esempio di questo genere in Europa continentale.
La struttura del fortilizio, rimaneggiata in modo preponderante dall’architetto della corte di Federico II, Riccardo da Lentini, conservava tra le sue mura la cattedrale più antica della città, il Duomo di Milazzo; un progetto manieristico attribuito all’allievo di Michelangelo Buonarroti, Camillo Camilliani, e inaugurato nel 1616. La chiesa, ora sconsacrata, ospita al suo interno diverse opere d’arte mentre nello spiazzo antistante riposa ciò che resta del monastero trecentesco del Santissimo Salvatore, spesso confuso con il Palazzo de’ Giurati.

Oltre al Castello, tra i monumenti di particolare interesse per la città, svetta il Duomo Nuovo, intitolato a Santo Stefano Protomartire. Una struttura a tre navate, progetto del Francesco Valenti, costruito a partire dal 1937.
Altri edifici religiosi, più antichi, si trovano nel borgo antico e risalgono in definitiva tutti intorno al XVI secolo. Di particolare importanza, è la chiesa di San Francesco di Paola, sita nella Città Spagnola, l’unico santuario presente in Sicilia del Santo. Si dice che sia stato costruito tra il 1464 e il 1467, proprio per volere del frate, che ivi visse per un certo periodo.
Fondamentale allo stesso modo, è il Santuario di Sant’Antonio da Padova, situato nella parte bassa del promontorio. SI presume che qui vi trovò riparo il Santo, dopo il naufragio del gennaio del 1221; inizialmente vero e proprio rifugio rupestre, nel 1575 assunse l’aspetto attuale.
Nel quartiere Vaccarella sorge la Chiesa di Santa Maria Maggiore, edificata nel Seicento, si dice sia stata luogo di riposo prediletto da Giuseppe Garibaldi e dai suoi “Mille”, all’indomani della Battaglia di Milazzo, nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1860.

A Milazzo rimangono da ammirare anche la piccola chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, d’epoca bizantina, e la chiesa di San Papino Martire del IV secolo, che custodisce le reliquie del Santo giunte qui, secondo la tradizione, dal Regno d’Armenia, nel 580 d.C.; al suo interno si trova il crocifisso ligneo di Giovan Francesco Pitorno, meglio conosciuto come Frate Umile da Petralia.
Diverse sono le ville padronali che la città ospita, soprattutto nella zona di Capo Milazzo; di notevole interesse è il Palazzo Municipale, edificio settecentesco dei marchesi D’Amico, che si trova sul lungomare, a pochi passi dal quartiere Vaccarella. L’austera facciata ingentilita dalla decorazioni a ridosso delle finestre, non ha nulla a che vedere con i ricchi interni, recentemente restaurati. Tra le sue sale prende posto la biblioteca comunale, custode di ben 25.000 volumi d’epoca recente e di ben 11.000 volumi di ordine antico, ma anche luogo privilegiato di convegni e mostre.
Presso il piano nobile, i visitatori sono accolti da cimeli di valore inestimabile: come il letto e lo scrittorio utilizzati da Giuseppe Garibaldi alla vigilia della storica Battaglia. Oltre al ritratto dell’”Eroe dei due Mondi”, la residenza nobiliare ospita un’opera del 1898 di Bruno Menotti, e un busto in marmo di Umberto I, opera del 1881 attribuita al milazzese Francesco Greco.

Di notevole importanza è inoltre l’edificio che ospita il museo archeologico Antiquarium “Domenico Ryolo”, che contiene i reperti dell’antica necropoli; la struttura, una costruzione bianca con elegante prospetto, è un ex carcere femminile del periodo borbonico. Sono in corso in città progetti volti a inserire il Castello, la cittadella e il borgo antico tra i siti UNESCO; per via della sua ricca e variegata flora e fauna, l’Amministrazione comunale ha inoltre richiesto che venissero avviati i procedimenti per la costituzione di una riserva marina, che includa i territori circostanti il promontorio di Capo Milazzo.

Autore | Enrica Bartalotta

 
Foto di Franco Castelli
 
Staff Siciliafan