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Nuova bufera sulla Tecnis, già chiamata in causa nell'ambito dell'inchiesta romana sugli appalti Anas. E le accuse sono gravi: si parla di utilizzo di materiali non conformi al capitolato. Un dettaglio non certo marginale che ha portato al sequestro di una parte del cantiere per l'ammodernamento e il raddoppio della strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta.

L'azienda catanese, un gigante delle costruzioni, è nell'occhio del ciclone perché avrebbe utilizzato "calcestruzzo non conforme alle previsioni contrattuali; gabbie in acciaio per la realizzazione di pali ed altre strutture di misure e caratteristiche tecniche non conformi al capitolato; occultato alla direzione dei lavori difficoltà tecniche ed irregolarità dei materiali".

ll sequestro riguarda cinque piloni del viadotto "Salso" nonché parti della galleria naturale Caltanissetta (lato autostrada A19) che ricadono in un tratto non ancora aperto alla circolazione. Una volta conclusi i lavori, secondo gli investigatori, la sicurezza non poteva essere garantita.

Il provvedimento d'urgenza è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari al termine delle indagini dei carabinieri e della Procura antimafia di Caltanissetta. Nell'inchiesta sono coinvolte dodici persone fra dirigenti di società, professionisti, tecnici e imprenditori impegnati nella costruzione dell’opera. Tra di loro c'è Concetto Bosco Lo Giudice, già ai vertici di Tecnis, arrestato lo scorso ottobre dalla Guardia di Finanza di Roma. Per tutti l'accusa è di "concorso in frode in pubbliche forniture".