La spiegazione agli effetti negativi di questa convenzione sociale che risale agli inizi del ‘900, e alla necessita’ di ottimizzare le risorse energetiche, si puo’ ricavare dalla “cronobiologia”, una branca della biologia che studia i fenomeni ciclici presenti negli organismi viventi. Anche il corpo umano, come quello di piante e animali, risponde ad un complicato meccanismo di orologi interni, le cui lancette ticchettano seguendo un ritmo che, se alterato, fa inceppare l’intero sistema.
Ma quali sono i sincronizzatori che ci fanno “mantenere il ritmo”? In primo luogo stimoli naturali, come l’alternanza tra luce e buio o la temperatura esterna. Secondariamente, stimoli sociali come l’orario dei pasti o le abitudini quotidiane. Per esempio, l’orario del risveglio mattutino, che verra’ anticipato di sessanta minuti il prossimo weekend. Si perdera’, cosi’, un’ora di riposo notturno e l’organismo subira’ un vero e proprio trauma, con conseguenze fisiche e psicologiche.Il sonno sara’ quello che ne risentira’ di piu’: fatica ad addormentarsi, risvegli durante la notte, sensazione di stanchezza e spossatezza al mattino, soprattutto per chi e’ abituato a fare le ore piccole. Per chi soffre di depressione, ansia, attacchi di panico, le conseguenze saranno ancora piu’ gravi:
“Le attivita’ ormonali e cerebrali che regolano il sonno e le malattie dell’umore hanno una ritmicita’ sia giornaliera (chi soffre di depressione sta regolarmente peggio al mattino), che mensile e annuale – spiega Michele Cucchi, psichiatra e direttore sanitario del Centro medico Santagostino di Milano -. La depressione e’ proprio definibile come la malattia dei ritmi biologici: una loro alterazione precipiterebbe i meccanismi che generano la sindrome depressiva, fatta infatti non solo di mal di vivere, pessimismo, sensi di colpa e apatia, ma anche di sintomi piu’ ‘fisici’. Ad esempio, insonnia, inappetenza e un’oscillazione della gravita’ della sintomatologia nel corso della giornata. Secondo alcuni studi internazionali, per i soggetti a rischio depressione, con il cambio dell’ora legale aumenterebbero i casi di disagio emotivo, depressione e anche il tasso di suicidi”.
“A risentire di piu’ del cambio dell’ora legale sono le persone serotine, i gufi – continua Cucchi -. E’ inoltre nell’esperienza di chi soffre di ansia e depressione riscontrare un peggioramento dei sintomi proprio in questo periodo dell’anno, in cui e’ poco indicato fare cambi di terapia anche qualora fosse arrivato il momento di sospendere i farmaci per il raggiunto benessere, rimandando tali cambiamenti ai periodi di maggiore stabilizzazione stagionale”.
Ecco, allora, alcuni consigli dello psichiatra Michele Cucchi per evitare l’”ansia da ora legale” ed affrontare al meglio i cambiamenti naturali:
In primis puo’ essere utile rivolgersi ad uno specialista per scoprire quale sia il proprio profilo cronobiologico e imparare, cosi’, a facilitarlo
Per prepararsi a spostare le lancette dell’orologio, ognuno deve attrezzarsi per risincronizzare il proprio ritmo “circadiano”, cioe’ le ore quotidiane dedicate alle attivita’ e quelle destinate al riposo. Soprattutto i gufi, altrimenti detti persone serotine, cercheranno di andare a letto prima nei giorni precedenti il cambio dell’ora e alzarsi un po’ piu’ presto del solito nel week end del cambio dell’ora. Questi saranno espedienti utili per allenarsi al cambiamento che, in alternativa, sentiranno in modo piu’ improvviso il lunedi’, quando la sveglia suonera’ forzatamente sessanta minuti prima.
Chi e’ abituato ad addormentarsi presto, non cerchi di cambiare il proprio bioritmo in funzione dell’aumento della luce esterna, ma si abitui con gradualita’ a posticipare il riposo.
Per entrambi i profili, l’attivita’ fisica aerobica, consigliabile in questo periodo per chi non e’ a rischio di problemi cardiocircolatori, attenuera’ gli effetti ormonali di questi cambiamenti. Si approfitti dell’ora in piu’ di luce per scaricare ansia e tensioni all’aria aperta.
Peppe Caridi