Padre accusato di aver picchiato la figlia, ma era solo un’infezione

Un papà di 31 anni, il britannico Kevin Gardiner, era stato accusato di aver picchiato la figlia piccola. Lo shock per l'accusa – poi rivelatasi infondata – lo ha condotto sull'orlo del suicidio. Quando l'ha portata in ospedale, la bimba aveva dei segni rossi sulla pelle, simili a dei lividi, ma in realtà le erano venuti spontaneamente, come se si trattasse di un irritazione. I medici hanno pensato potesse trattarsi di una bruciatura e in fase precauzionale hanno allertato i servizi sociali e allontanato la bambina dalla famiglia. "Stavo solo cercando di aiutare la mia bambina e mi sono ritrovato con l'accusa di averle fatto del male", ha raccontato l'uomo al "Sun".

Per una settimana Kevin ha temuto che potessero allontanarlo dai suoi affetti: "Non riuscivo a mangiare, a dormire, a lavorare. Sono anche arrivato a pensare di togliermi la vita, credevo fosse un sogno". Dopo i vari test, i medici hanno dimostrato che il segno che aveva la bimba era un'infezione dovuta a un fungo e non una bruciatura, quindi era evidente che la piccola non aveva subito alcuna violenza. L'ospedale e le forze dell'ordine si sono scusati con la famiglia, hanno sollevato il padre da ogni accusa ma si sono giustificati dicendo che il bene dei bambini viene posto prima di qualunque altra cosa. Adesso, però, la famiglia Gardiner sta pensando di adire le vie legali.

Fausto Rossi