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Era il 25 novembre 1985. Una giornata come tante a Palermo, ma destinata a cambiare il volto della memoria cittadina. Erano circa le 10 del mattino, quando in via Libertà, all’altezza di piazza Croci, un’Alfetta dei Carabinieri impegnata nella scorta ai giudici Paolo Borsellino e Leonardo Guarnotta travolse un gruppo di studenti in attesa dell’autobus davanti al Liceo Classico “Giovanni Meli”.

Due di loro persero la vita: Biagio Siciliano, 14 anni, morto sul colpo; e Maria Giuditta Milella, 17 anni, spirata il 2 dicembre dopo giorni di agonia. Altri rimasero feriti, portando con sé per sempre le cicatrici di quel tragico lunedì.

Quaranta anni dopo, Palermo si è fermata per ricordare.

Un ricordo che si fa impegno civile

Stamattina, 25 novembre 2025, alle ore 10, studenti e studentesse del Liceo Meli e dell’Istituto Comprensivo Statale “Politeama”, insieme a rappresentanti delle istituzioni, si sono ritrovati nel luogo esatto dell’incidente, presso la targa commemorativa alla fermata Libertà-Croci, per rendere omaggio a Biagio e Giuditta.

Presenti anche Vincenzo Siciliano, fratello di Biagio, Leonardo Guarnotta, ex magistrato che quel giorno era sul mezzo sotto scorta, il giornalista Roberto Puglisi, Giuseppe Glorioso (CNA Palermo), Vittorio Teresi, presidente del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino, e i rappresentanti dell’Ottava Circoscrizione di Palermo, Mari Albanese e Marcello Longo.

Vogliamo trasformare la memoria in un momento di riflessione attiva e condivisa”, spiegano gli organizzatori. “La commemorazione diventa così occasione per interrogarsi sul presente della città, sulle sfide sociali e culturali che Palermo oggi si trova ad affrontare, e sulla necessità di costruire risposte collettive fondate sulla responsabilità, sulla partecipazione e sul rispetto dei valori civili”.

Non un semplice incidente

L’incidente che costò la vita a Biagio e Giuditta non fu solo il tragico frutto di una dinamica stradale. Lo ha ricordato con forza anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, in un messaggio dai toni netti e carichi di verità storica.

Ricordare oggi Biagio Siciliano e Giuditta Milella significa avere il coraggio di guardare in faccia una verità: in quegli anni a Palermo si poteva morire di mafia anche senza che la mafia sparasse. Si poteva morire perché la città viveva in uno stato di pressione costante, perché chi difendeva la giustizia era costretto a muoversi protetto, ma mai davvero al sicuro, e perché ogni strada, ogni gesto quotidiano era deformato dalla violenza che soffocava la nostra comunità”.

La morte di questi due ragazzi non è stata soltanto un tragico incidente: è l’effetto collaterale, ingiusto e inaccettabile, di un sistema criminale che aveva piegato Palermo e condizionato perfino la sua normalità”, ha aggiunto Lagalla. “Ricordare per dire che quella stagione non tornerà più, che nessuna giovane vita deve pagare il prezzo della paura. A Biagio e Giuditta dobbiamo una memoria che non sia quieta, ma attiva, esigente e profondamente consapevole”.

Domani l’incontro al Convitto “Giovanni Falcone”

Le commemorazioni proseguono domani, 26 novembre, alle ore 10, con un incontro pubblico al Convitto nazionale “Giovanni Falcone”, dal titolo “Oltre la paura: educare alla convivenza. Costruire fiducia e legami per città più giuste”.

Interverranno:

  • Vittorio Teresi, presidente del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino
  • Lia Sava, procuratrice generale presso la Corte d’Appello di Palermo
  • Antonello Cracolici, presidente della Commissione parlamentare antimafia dell’ARS
  • Rappresentanti delle studentesse e degli studenti

Un momento per aprire un dialogo tra generazioni, fare memoria e, soprattutto, immaginare insieme una Palermo più giusta e coesa, dove l’impegno antimafia non sia retorica ma pratica quotidiana.

Lo sapevi che…?

  • Biagio Siciliano aveva solo 14 anni ed era iscritto alla IV D del Liceo Meli. Maria Giuditta Milella, 17 anni, frequentava la III B. Quel giorno aspettavano semplicemente l’autobus per tornare a casa.
  • Dopo l’incidente, il Liceo Meli ha mantenuto viva la memoria dei due studenti, coinvolgendo ogni anno le nuove generazioni in momenti di riflessione e commemorazione.
  • Il magistrato Leonardo Guarnotta, allora scortato assieme a Paolo Borsellino, ha partecipato a numerose iniziative pubbliche per raccontare quella giornata e il peso che ancora porta con sé.
  • Il luogo dell’incidente, all’incrocio tra via Libertà e piazza Croci, è diventato negli anni un simbolo della Palermo ferita ma resistente.
  • Il Centro Studi Paolo e Rita Borsellino è attivo da anni nella promozione della cultura della legalità nelle scuole e nelle periferie urbane più complesse.

FAQ – Domande frequenti

Chi erano Biagio Siciliano e Giuditta Milella?
Erano due studenti del Liceo Classico Meli di Palermo, investiti il 25 novembre 1985 da un’auto dei Carabinieri in servizio di scorta. Biagio morì sul colpo, Giuditta una settimana dopo.

Perché quell’incidente è considerato simbolico?
Perché avvenne in un clima di terrore imposto da Cosa nostra, che costringeva anche i magistrati a muoversi con scorte veloci e imprevedibili. La pressione mafiosa ha avuto effetti anche indiretti e tragici.

Ci sono iniziative annuali per ricordarli?
Sì. Ogni anno, in prossimità del 25 novembre, il Liceo Meli e diverse istituzioni organizzano commemorazioni e incontri pubblici.

Qual è il messaggio delle commemorazioni del 2025?
Non fermarsi alla memoria, ma trasformarla in riflessione attiva e impegno concreto per una città più giusta, responsabile e partecipativa.

Dove si svolgerà l’incontro di domani?
Presso il Convitto nazionale “Giovanni Falcone” di Palermo, alle ore 10 del 26 novembre 2025.