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Un calcio alla testa. Un calcio alla tempia destra è stato il colpo fatale. Questo avrebbe ucciso Aldo Naro, il venticinquenne di San Cataldo (Caltanissetta) morto venerdì notte nella  discoteca Goa a Palermo. Un brutale calcio alla testa dato quando il ragazzo era già a terra, che gli ha provocato una forte emorragia cerebrale, come ha detto il professor Paolo Procaccianti che ha eseguito l’autopsia. Una violenza inaudita e gratuita che ha spento la vita e i sogni di un ragazzo laureato in Medicina a ottobre, appena  abilitato che aveva davanti a sé un futuro.  Tutto per un cappellino, un banale escamotage che in una serata  – che doveva essere solo una festa in maschera in discoteca all’insegna dell’allegria e della spensieratezza, – è diventato oggetto di discussione poi degenerato in zuffa, fino al pestaggio, duro e spietato,  che ha spezzato la vita del 25enne.

Sul fronte delle indagini si stringe il cerchio attorno all’assassino: gli investigatori hanno sentito per due giorni e due notti tutti i giovani presenti nel locale e hanno visionato i filmati delle 26 telecamere presenti all’interno di locali della discoteca 'Goa' e consegnate direttamente dai proprietari ai Carabinieri, anche con l’aiuto degli addetti alla sicurezza e del personale della discoteca hanno identificato l’aggressore.

Più chiara ma ancora con diverse ombre e buchi neri la dinamica dei fatti che avrebbe lasciato a terra il giovane di Caltanissetta:  Aldo è  rimasto coinvolto in una violenta rissa scoppiata alle 4 del mattino che – secondo la ricostruzione degli investigatori – è stata originata da un cappellino sottratto ad suo amico mentre Aldo era con la fidanzata ed alcuni amici in un privè del Goa.

Il giovane, dopo essere stato colpito alla testa è rimasto a terra in stato di incoscienza,  stato soccorso dagli operatori del 118 è stato portato in ambulanza all’ospedale Villa Sofia. Ma i tentativi di rianimarlo sono stati tutti inutili, perché il venticinquenne è morto per arresto cardiocircolatorio.

Il ragazzo, figlio del colonnello dei Carabinieri Rosario Naro in servizio alla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Caltanissetta e di un' insegnante in pensione si era appena laureato in Medicina con  110 e lode e stava seguendo un corso di specializzazione in Cardiologia. A Palermo viveva in una casa insieme ad altri studenti. La sua era una vita tranquilla, studente prima nel liceo scientifico Alessandro Volta di Caltanissetta, (la famiglia è originaria di San Cataldo) poi gli anni di studio alla facoltà di medicina di Palermo e il traguardo finale della laurea ottenuto con 110 e lode e la volontà di specializzarsi in cardiologia. "Era stato uno studente modello dell'Ateneo. – dice il rettore Roberto Lagalla – Aveva conseguito a ottobre la laurea in Medicina con il massimo dei voti, si stava già abilitando alla professione e si preparava ai prossimi esami per l'ingresso alla Scuola di specializzazione. Esprimo dolore al pensiero delle speranze spezzate di un giovane di valore, vicinanza alla famiglia e grande preoccupazione per quest'episodio che parla di un'assurda recrudescenza di violenza giovanile". La sorella del ragazzo, Maria Chiara Naro, ha scritto sul suo profilo di Facebook: ”Hanno preso a pedate e a bottigliate in testa il mio fratellino e l’hanno lasciato tutti solo! Mi dispiace, mi dispiace… Ci manchi tanto, bastardi che siete!”

Oggi alle 16 i funerali del giovane nella chiesa di Sant'Alberto Magno a San Cataldo, Caltanissetta.