"Era Silvio Berlusconi il politico che suggeriva gli obiettivi a Cosa Nostra". Riparte con le parole del collaboratore di giustizia Giovanni Ciaramitaro il processo sulla trattativa tra Stato e mafia, in corso nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. La frase è stata pronunciata dal collaboratore di giustizia in riferimento alle stragi in Continente del 1993, che sarebbero state eseguite "per abolire il 41 bis e modificare la legge sui pentiti.
Le bombe servivano per "scendere a patti con lo Stato". Prima di fare il nome di Berlusconi, Ciaramitaro ha un po' tentennato, spiegando di non voler fare il nome del politico in questione per tutelare la propria famiglia.
Poi, dopo una breve sospensione e un confronto con il proprio legale, il collaboratore di giustizia ha spiegato che un politico "dava gli obiettivi da colpire, gli indirizzi giusti". Il nome, ha continuato Ciaramitaro "lo fece Francesco Giuliano, durante il periodo in cui abbiamo trascorso assieme la latitanza, mentre in tv c'era una trasmissione in cui partecipava Berlusconi".
Fonte: RaiNews