Categorie News

Il pepe nero: una spezia proveniente dall’india, ricca di incredibili virtù salutari e cosmetiche

Il pepe nero (Piper nigrum), appartenente allafamiglia delle Piperacee, è una pianta arbustacea rampicante con foglie ovali o orbicolari e piccoli fiori che crescono su lunghe spighe, superando i 10 centimetri. Ognuna di queste spighe può contenere fino ad una quarantina di frutti, piccole bacche verdi che possono diventare di un colore rosso-bruno quando maturano, con un pericarpio sottile. Ognuno di questi frutti contiene, a sua volta, un seme… il tipico grano tondeggiante di pepe, piccolo, compatto, duro all’esterno e farinoso al centro. La pianta nasce nelle foreste indiane di Travancore, per poi essere coltivata in altre regioni, come l’India meridionale, l’Indonesia dove la maggior produzione si concentra nell’isola di Sumatra, Ceylon, la penisola di Malacca, le Filippine, l’Indocina, le Indie Occidentali e alcune regioni dell’Africa.

In tutti questi casi la coltivazione della pianta del pepe deve essere associata a quella di un altro albero, in quanto la pianta di pepe ne ha bisogno per arrampicarvisi. E se Dioscoride e Galeno gli riconoscevano molteplici proprietà, ritenendolo diuretico, stimolante dell’appetito, digestivo, calmante dei dolori; ben diversa era la credeva popolare che attribuiva al pepe virtù afrodisiache. Ovidio suggeriva a chi fosse sessualmente debilitato “piper urticale mordacis, semina miscent” (mescolino il pepe con i semi dell’ortica irritante). La spezia, dal costo elevato, era una merce rara con cui i vassalli pagavano tributi o riscatti. Il primo a ricevere questo tipo di compenso fu Alarico, re dei Visigoti che, per rinunciare alla conquista di Roma , ottenne 3000 libbre di pepe e 5000 libbre d’oro, oltre ad altri beni e territori. Fu proprio la costante richiesta di pepe a spingere mercanti e avventurieri a battere anche le vie più pericolose. Alla fine del Medioevo, quasi tutto il commercio del pepe in Europa passava per Venezia e carichi imbarcati nei porti mediorientali erano venduti all’incanto a Rialto, da speciali funzionari di nomina statale, denominati “messeri del pepe”. Nel XV secolo, con la scoperta della “Via delle Spezie” da parte di Enrico il Navigatore, il mercato si spostò a Lisbona, garantendo così un introito smisurato ai Portoghesi.

Il pepe nero, che contiene 250 calorie per 100 gr. di prodotto, è composto per il 10% da acqua, seguita da proteine, grassi, sali minerali, vitamina A, tiamina o vitamina B1, riboflavina (B2), niacina (B3). Esso stimola il metabolismo grazie alla piperina, che favorisce la produzione di succhi gastrici e migliora l’assorbimento delle sostanze nutrienti presenti negli alimenti introdotti nell’organismo; oltre ad avere proprietà antidepressive, stimolando la produzione di endorfine a livello cerebrale. Inoltre, favorisce la termogenesi, ossia la produzione di calore che aiuta il corpo a bruciare più calorie, per questo viene usato nelle diete dimagranti.

Ha proprietà antisettiche, espettoranti, afrodisiache e carminative, alleviando flatulenze e coliche, liberando dal naso chiuso e dalla tosse; è un ottimo esfoliante, rimuovendo la pelle morta, stimolando la circolazione e fornendo ossigeno e sostanze nutritive alla cute, combatte la forfora se mescolato in una tazza di cagliata e lasciato in posa sul cuoio capelluto per mezz’ora in attesa di risciacquare, stimola le papille gustative, consentendo alle persone anoressiche di ritrovare l’appetito. L’utilizzo del pepe nero è molto diffuso anche per uso esterno: la piperina sembra efficace nel combattere la vitiligine ed è impiegato nei centri benessere per trattamenti eudermici e per massaggi muscolari e rilassanti, mentre un bagno con essenza di pepe nero stimola la sudorazione e contribuisce alladepurazione dell’organismo. Esso è un buon rimedio naturale in caso di contusioni,togliendo il gonfiore e diminuendo il dolore con degli impacchi freddi.

Caterina Lenti

MeteoWeb

Staff Siciliafan