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01Petralia Sottana è un comune della provincia di Palermo, che rientra nelle intendenze del Parco delle Madonie. Fa inoltre parte, dal 2014, del circuito Bandiera Arancione del Touring Club, che premia i piccoli agglomerati dell’entroterra per meriti turistico-ambientali.

Posto sul versante meridionale della nota catena montuosa che dà nome all’area protetta, Petralia Sottana si estende per quasi 180 chilometri quadrati, a oltre 1.000 metri sul livello del mare.
L’area è caratterizzata da inverni rigidi e piovosi, spesso accompagnati da abbondanti nevicate, ed è particolarmente soggetta a terremoti, dal momento che è stata classificata nella zona 2, che caratterizza i comuni con sismicità medio-alta.
Nella parte settentrionale sorge un esteso bosco di latifoglie a prevalenza di faggi, querce e castagni, oltre che di conifere, e di ampie zone destinate al pascolo; mentre la parte meridionale è dedicata alla coltivazioni.

La sua storia antica risale al Neolitico (3.000 a.C.), come testimoniano i numerosi ritrovamenti portati alla luce presso la Grotta del Vecchiuzzo. Il vicino insediamento potrebbe aver subìto l’influenza politica della storica città greca di Himera, (Termini Imerese), dato che negli scavi della colonia sono state ritrovate delle monete in bronzo con l’iscrizione di ‘Petra’, il primo nome di Petralia Sottana. Nel III secolo a.C., Petra divenne ‘città decumana’, e centro agricolo e militare di rilievo, sotto i Romani; nel IX secolo, venne ribattezzata dagli Arabi con il toponimo di “Batarliah” o “Batraliah”, che la resero un’importante avamposto militare e commerciale. Secondo gli storici Edrisi ed al-Muqaddasi, Petralia era infatti una cittadina piuttosto viva; ricca di corsi d’acqua, presentava una cittadella fortificata, una chiesa ed una moschea, segno della pacifica esistenza di una pluralità di culti e dunque etnie.
Nel 1062, i Normanni conquistarono Petralia: furono loro a edificarne il castello, sito nel quartiere Pusterna. Il feudo, prima territorio dell’Emiro Maimun Gaito, divenne possedimento di Gilberto di Monforte nel Duecento, e successivamente, nel periodo svevo, dei Ventimiglia, conti e marchesi di Geraci. Il possedimento passa ai Moncada, ai Cardona, e agli Alvarez di Toledo, fino all’abolizione della feudalità, avvenuta nel XVII secolo.

Fu nel periodo svevo che si distinsero i due centri: quello di Petra ‘inferior’ e di Petra ‘superior’. Dell’antica rivalità non si sa molto, e nemmeno delle origini della separazione, ma si sa che entrambi facevano parte di un unico agglomerato iniziale. Fino al XV secolo, a Petralia Sottana si era insediata anche una comunità di Ebrei. Il centro, fondato principalmente sulla pastorizia e sulle attività agricole, vide la formazione di diversi insediamenti monastici, alcuni anche di pregio architettonico, che vennero usati anche come presidio dell’Inquisizione, per tutto il Seicento.
La cittadina vide la sua più completa rinascita, economica, politica e sociale, nel XIX secolo. Nella zona nacquero diversi opifici ed uffici pubblici, e divenne anche sede del collegio elettorale, nonché centro più progredito del territorio; sulle sue strade passava la nota gara automobilistica “Targa Florio”.
La cittadina di Petralia Sottana fu solo lambita dall’esperienza dei Fasci Siciliani, ma negli anni della Prima Guerra Mondiale, fu eletta la prima amministrazione democratica della cittadina, poi destituita dal Regime, ad opera di Francesco Musotto; siciliano di Pollina, il noto magistrato divenne poi deputato della Camera ed Alto Commissario per la Sicilia.
Durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, il centro venne demograficamente decimato da un’ondata migratoria che portò molta della popolazione a spostarsi, dapprima verso le Americhe, e poi verso l’Italia del Nord, oltre che verso i vicini centri costieri della provincia di Palermo, e verso il capoluogo.

A Petralia Sottana sono custodite diverse testimonianze della sua storia.
La chiesa Madre ad esempio, si presume sia un edificio risalente già al IX secolo; al suo interno è conservato un prezioso candelabro bronzeo, risalente alla conquista araba, e altre opere più recenti del Barocco e del Neoclassico. L’edificio a tre navale e campanile in pietra bianca con arco a sesto acuto, venne infatti ricostruito nel 1632 e ospita diverse opere di pregio. Da ricordare: la statua del Patrono San Calogero, scolpita da frate Umile da Petralia, opere dei Gagini, e il portale secondario del Trecento, realizzato in stile gotico-catalano; oltre al prezioso Tesoro, ricco di suppellettili in argento e oro, e un interessante e ricco archivio.
La chiesa di San Francesco d’Assisi venne realizzata nel Quattrocento assieme al convento dei frati Minori francescani, oggi sede del museo Civico. L’edificio, rimaneggiato nel XVII secolo, ospita tele dello Zoppo di Gangi e della scuola del Novelli, e un pulpito barocco in legno dipinto in oro.
L’antica chiesa della Santissima Trinità, venne edificata invece nel Cinquecento. Ospita un grande simulacro in marmo scolpito dal Giandomenico Gagini, opere pittoriche del Visalli e del D’Antona, e un raro organo barocco. Venne realizzata insieme all’annesso convento delle Suore Domenicane di Clausura, edificio che oggi ospita l’Istituto Magistrale della città.
La chiesa di Santa Maria alla Fontana venne fatta erigere nel Seicento, nel luogo in cui probabilmente sorgeva l’antica moschea, accanto alla fonte, essenziale per le abluzioni musulmane, che dava il nome alla chiesa. L’antica polla d’acqua è stata sostituita nel Novecento da due piccole fontane a coppa, poste a cornice del Monumento per i Caduti.

Importanti sono anche le architetture civili, come il Palazzo del Giglio. Sede del Municipio, è una struttura del XIX secolo eretta sulle fondamenta dell’antico Ospedale. Conserva tra le sue mura affreschi ottocenteschi, tele dello Zoppo di Gangi e un archivio storico di notevole importanza.
Caratteristica è poi la struttura dell’ex convento dei Frati Minori Riformati, posta sulla parte più alta della città; l’edificio, realizzato nel XVII secolo, è stato per decenni caserma militare. Oggi ospita una delle sedi dell’ateneo della città di Palermo.
Ma la cittadina di Petralia Sottana è conosciuta soprattutto per il suo folclore.
Di origini antichissime è infatti il “Ballo della Cordella”, una tradizione risalente al periodo pre-cristiano, volta a festeggiare l’arrivo della primavera. L’antico ballo di gruppo, dedicato in passato alla dea pagana delle messi, Cerere, si svolge ancora oggi attorno a un palo decorato riccamente con spighe di grano; le dodici coppie, rappresentanti le stagioni, hanno il compito di intrecciare i numerosi nastri colorati legati alla pertica per un capo, con canti ed invocazioni.
Con l’arrivo del Cristianesimo, le celebrazioni, che vengono organizzate ogni anno durante la terza domenica di agosto, vennero poi dedicate alla Madonna dell’Alto. Essendo questa la festa che celebra l’arrivo dei mesi di abbondanza, è col tempo diventata un augurio di fecondità che i cittadini rivolgono sia alla terra che agli sposi; per questo il ballo viene solitamente accompagnato ed anticipato da un simbolico corteo nuziale.

Petralia Sottana è nota anche per la “Festa della Castagna”; una manifestazione, in vigore dagli anni Settanta, che prende il via nell’ultima settimana di ottobre. Più che una sagra volta a festeggiare le caratteristiche del prodotto tipico, è un evento socio-culturale, caratterizzato dalla sfilata di carri allegorici, distribuzione di prodotti tipici e spettacoli di satira locale.
Ancora oggi molto sentiti, sono i riti della Settimana Santa. La nota processione del Venerdì, viene portata avanti da figuranti con indosso antichi abiti penitenziali, che vagano per le vie del paese in rappresentazione della via Crucis di Gesù.
Sabato e domenica, la Veglia Pasquale raggiunge il suo apice con la caratteristica ‘Caduta d’u Tiluni’: a mezzanotte un’immensa tela dipinta viene posta in verticale a chiusura dell’abside della Chiesa Madre, lasciando scoperto l’Altare e il Cristo Trionfante, che rimane così visibile anche per tutto il periodo quaresimale.
La mattinata di domenica è dedicata ad una seconda processione, in cui tutte le confraternite cittadine partecipano, portando a spalla i simulacri della Madonna e di Gesù, per le vie del paese. A mezzogiorno avviene il simbolico ‘U n’cuontru’, il momento cioè in cui le due statue si corrono incontro in un abbraccio, che porta alla caduta del manto nero della Madre di Gesù, che simboleggia il lutto.

 Autore | Enrica Bartalotta