Dopo la classifica del Sole 24 Ore che bocciava la Sicilia, adesso arriva quella dell’Università della Sapienza e del quotidiano Italia-Oggi.
In seguito ad un’analisi delle province siciliane è emerso che sono 59 quelle che hanno fatto dei passi in avanti e com’era facilmente intuibile di questo gruppo, non fa parte nessuna provincia meridionale. La Sicilia è il fanalino di coda e a farle concorrenza ci pensa la Calabria.
I parametri di giudizio? Le province italiane sono state analizzate secondo nove macro-categorie (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, salute, tempo libero e tenore di vita), 21 sottodimensioni e 94 indicatori di base.
I risultati emersi dallo studio premiano soprattutto il Centro Nord che, nonostante la crisi, ha registrato più miglioramenti. Nel 2012, le province italiane con una qualità della vita ritenuta buona o accettabile erano 42 su 103, nel 2013 il numero è aumentato, passando a 59 su 110. Un record nell’ultimo quinquennio.
Il Sud e le Isole invece confermano la loro fama negativa. E’ 40 (il 36,3% del totale) il numero delle province in cui la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente, agli ultimi 10 posti della classifica troviamo: Palermo, Foggia, Cosenza, Medio Campidano, Catania, Napoli, Trapani, Carbonia-Iglesias, Vibo Valentia, Enna (109mo posto) e Crotone.