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Si è sottoposto a un intervento in una clinica privata per un problema al testicolo sinistro, ma dopo 12 giorni è stato ricoverato d'urgenza e i medici hanno dovuto rimuoverglielo chirurgicamente "a causa del primo intervento". Protagonista della vicenda, avvenuta a Palermo, è un metalmeccanico di 33 anni, che ha presentato un esposto in Procura: "Quando sono arrivato in ospedale – ha spiegato il 33enne a PalermoToday – mi hanno guardato e mi hanno detto: è morto, è morto. Bisogna operare immediatamente". Il primo intervento è stato effetuato alla Casa di Cura Torina, il secondo a Villa Sofia.

"Mi hanno diagnosticato un varicocele idiopatico sinistro. Mi hanno prescritto l’esame seminologico e l’ecografia scrotale, che ho effettuato pochi giorni dopo. Una volta ottenuti i risultati – spiega – mi è stato consigliato un intervento di legatura delle vene spermatiche di sinistra”.

Come spiega PalermoToday:

L'uomo racconta dei dolori alla gamba successivi all’operazione: “Per 24 ore non sono riuscito a urinare e mi sono trovato costretto ad assumere una grossa quantità di antidolorifici. In un mese ho speso 280 euro. Poi mi è gonfiato il testicolo e per due giorni ho vomitato diverse volte. Mi sono allarmato quando ho notato tracce di sangue. Mi avevano fissato una visita di controllo in clinica per il 20 novembre, ma giorno 12 la situazione è peggiorata e ho dovuto chiamare un’ambulanza per andare in ospedale. Appena sono entrato, in codice giallo, il medico mi ha subito detto: ‘È morto, è morto. Subito ecodopler e intervento d’urgenza”.

Secondo quanto riferito dall’uomo e messo nero su bianco i medici di Villa Sofia, a seguito degli accertamenti, hanno "riscontrato l’assenza di segnale di didimo d sinistra. Pertanto – si legge nell’esposto – sono stato sottoposto nuovamente a intervento chirurgico di scrotomia esplorativa nel corso del quale rilevavano che il testicolo era necrotico e quindi hanno proceduto all’asportazione”. “Da quel giorno – conclude il metalmeccanico – non dormo più, sono nervoso e depresso. Se mi avessero chiamato per dirmi che avevano sbagliato, magari non avrei proceduto con la querela. Invece se ne sono fregati e adesso qualcuno dovrà assumersene le responsabilità. Ringrazio invece i sanitari di Villa Sofia per la loro professionalità”.

Contattato telefonicamente il chirurgo che lo ha operato si è detto dispiaciuto per l’accaduto, ma ha respinto con fermezza ogni accusa.