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«Immergetevi nel drammatico mondo della mafia siciliana in questo tour speciale guidato»: la proposta arriva dal tour operator Easy Trapani, che ha anche realizzato uno spot, un video che riproduce una sparatoria. Lo scopo del "Mafia Tour", secondo gli organizzatori, è «Andare oltre il fascino dei monumenti, le bellezze naturalistiche e la buona cucina, scoprendo anche il volto oscuro della Sicilia». Si tratta di un giro tra i luoghi simbolo di Cosa Nostra: tra le tappe ci sono il museo della mafia di Salemi, Corleone (paese d'origine di Totò Riina) e Castelvetrano (feudo del boss latitante Matteo Messina Denaro).

«L'idea non mi è venuta per caso – dice Gianni Grillo, fondatore di Easy Trapani – spesso mi sono trovato in giro con dei turisti e parlando di mafia ho avuto modo di notare che la loro visione del fenomeno è distorta. Pensano ad una mafia romantica in vero stile Il Padrino. Per far capire davvero cosa è la mafia – prosegue – è necessario visitare i posti dove è nata e si è diffusa. Anche questo è un modo di fare cultura e la mafia teme la cultura».

L'iniziativa ha suscitato molte polemiche, soprattutto da parte delle associazioni antimafia: il responsabile provinciale dell'associazione Libera, Salvatore Inguì, ha sottolineato: «L'incipit della promozione del tour mi provoca cattivi pensieri. L'evidenza dovrebbe essere data a chi la mafia l'ha combattuta, non c'è bisogno di finte sparatorie e del Padrino per promuovere la nostra terra. Sarebbe più interessante raccontare la storia del movimento antimafia, di quanti hanno perso la vita per combattere Cosa Nostra».