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È un'inchiesta di sicuro non marginale quella di Trapani di cui parla con dovizia di particolari "Panorama". L’imbarcazione di una ong sarebbe entrata in azione trasbordando migranti senza un Sos dei potenziali naufraghi o una richiesta di intervento delle autorità italiane. Penalmente, in questo caso, può configurarsi il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dalla procura trapanese vengono fuori quegli elementi utilizzabili’ per contestare a una delle ong operanti nel Mediterraneo, ancora sconosciuta, il ruolo attribuito dal procuratore di Catania davanti alla commissione Schengen e davanti alla commissione Difesa del Senato, ben oltre la "mission" del salvataggio in mare. Il riferimento è a intese con i trafficanti e trasporto di migranti sul suolo italiano.

I magistrati da mesi analizzano le dichiarazioni di migliaia di migranti. Un lavoro condotto in silenzio, e non smentito dal capo facente funzioni della procura. Un’indagine che si avvarrebbe anche di un rapporto del Servizio centrale operativo (Sco) della polizia sui movimenti in mare della ong e che potrebbe portare la commissione presieduta da Laura Ravetto a valutare la convocazione del procuratore Cartosio, il quale, alla domanda se attende tale convocazione, ha dichiarato: "Non vedo le ragioni di una convocazione, comunque certo: se mi convoca il Csm che faccio, non vado?".

Se Cartosio si trincera dietro le affermazioni di principio negando ogni scambio di atti giudiziari con Zuccaro e la Procura etnea, quelle ragioni stanno nelle carte giudiziarie ancora segrete su cui magistrati e investigatori mantengono il massimo riserbo. Non a caso la procura trapanese è la stessa che da anni indaga sulla gestione illecita dei centri di accoglienza, dove il giro di affari nel quale, oltre a numerosi politici, è coinvolto l’ex vescovo Francesco Micciché, si calcola sui 35 euro al giorno per ognuno dei circa 3.000 migranti, che salgono a 80 per ciascuno dei 500 minori