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Le truffe col bancomat non sono una novità, benché in questi giorni a Palermo si sia alzata l'asticella dell'allarme. E allora vale la pena aggiornarsi sull'argomento, anche grazie ai suggerimenti contenuti in un articolo di LiveSicilia. Il cosiddetto skimmer, tanto per cominciare, serve a catturare i dati dalle bande magnetiche delle carte. Poi c'è il trucco della forchetta, ossia il

metodo "cash tripping",  un modo per rubare le banconote erogate dallo sportello attraverso un manufatto metallico della lunghezza di circa diciotto centimetri, con due "denti" su un'estremità". In pratica, la forcella viene posizionata nella bocchetta dell’erogatore bancomat dai malviventi che subito dopo si allontanano. Questi ultimi aspettano che un cliente effettui un prelievo di contante dallo sportello manomesso e il gioco è fatto. Al momento del prelievo, infatti, l'utente si trova di fronte ad un'amarissima sorpresa: le banconote restano bloccate, non c'è modo di farle uscire. Il cliente ignaro di tutto evita di ritentare e si allontana, pensando ad un problema tecnico.

Ancora, si parla di 

"sniffing", l'intercettazione dei dati che transitano in una rete telematica, attraverso dispositivi software in grado di analizzare e memorizzare il contenuto dei pacchetti che vengono scambiati durante la comunicazione tra due entità di rete, ma anche il "key logging", l'intercettazione dei dati digitati su una tastiera informatica in tempo reale e, quindi, prima che possa essere attivato alcun sistema di crittografia.

Il metodo del "social engineering" si basa invece sull'acquisizione fraudolenta di informazioni sulla carta di pagamento sfruttando la buona fede del legittimo titolare. Spesso capita, infatti, che il truffatore contatti direttamente la vittima, spacciandosi per un operatore bancario e chiedendo il codice segreto della carta di pagamento, al fine di consentire un aggiornamento del sistema informatizzato o per risolvere un inesistente problema tecnico. Un sistema simile a quello del "phishing", l'acquisizione fraudolenta dei dati relativi alla carta di credito attraverso falsi messaggi di posta elettronica, indirizzati al legittimo titolare con l’obiettivo di farsi rivelare direttamente le chiavi di utilizzo dello strumento di pagamento.

Infine, ecco dei consigli utili da parte della Questura di Palermo per difendersi dalle truffe col bancomat:

Bisogna verificare che sulla fessura in cui va inserita la carta bancomat non ci siano resti di silicone o profili aggiuntivi posticci. Inoltre è necessario accertare che nell’apposita fessura per l’introduzione di auricolare per non vedenti e, comunque, in altre parti dell’Atm non siano inseriti dispositivi ottici quali telecamere. Prestare attenzione ad inusuali fogli, pezzi in plastica aggiuntivi, porta-depliant, residui di colla o mastice, ma è utile anche verificare che non ci siano graffi o ammaccature sul perimetro della tastiera che potrebbero essere state inavvertitamente procurate dai malviventi al momento dell’inserimento della falsa tastiera. Diffidate di sconosciuti disposti ad aiutarvi ad eseguire le operazioni e quando inserite il codice pin, celate il codice da digitare, ad esempio utilizzando la mano libera o un foglio di carta o il portafoglio o altro. In caso di qualunque sospetta anomalia, chiamate il 113 o il 112.