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Giovanni Lo Porto, l'italiano rapito da Al Qaeda nel gennaio del 2012, è stato ucciso lo scorso gennaio durante un'operazione antiterrorismo statunitense al confine con l'Afghanistan. L'obiettivo del drone della Cia era un compound di al Qaeda, dove però si trovavano anche Lo Porto e altri ostaggi americani; insieme a lui, è stato ucciso anche Warren Weinstein, prigioniero dal 2011.Di Lo Porto si erano perse le tracce in seguito al rapimento: il cooperante, di origini palermitane, si trovava in Pakistan per la ONG Welt Hunger Hilfe e si occupava della costruzione di alloggi di emergenza nel sud del Punjab.

La notizia è stata annunciata ieri dal presidente Barak Obama: «A nome del governo, porgo le nostre più profonde scuse alle famiglie», ha detto in diretta tv. «Come presidente e comandante in capo – ha aggiunto – mi assumo la piena responsabilità delle nostre operazioni antiterrorismo e di quanto è accaduto». Grande il dolore per la famiglia di Lo Porto, che ancora sperava nella sua liberazione: Giusy Felice, la madre sessantenne, per tre anni è stata in contatto con la Farnesina. Davanti la casa della famiglia, nel quartiere dello Sperone, c'è stato un gran viavai di truppe televisive e ieri, intorno alle 23, è arrivata anche una troupe della Cnn.

In televisione il presidente Obama ha annunciato che verrà dato un risarcimento: «Il risarcimento? – ha detto Giuseppe, uno dei quattro fratelli del cooperante ucciso – E come può interessarci? Mio fratello non ce lo ridà indietro nessuno».