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01Il lago di Pergusa è un sito siciliano di interesse comunitario a pochi chilometri da Enna. È l’unico lago naturale ormai presente in Sicilia; di modeste dimensioni ma di grande importanza geologica, faunistica e culturale.

Per tutta la sua estensione di 1,8 km2, il lago, posto nell’entroterra siciliano, tra un gruppo pertinente ai monti Erei, è la prima Riserva Naturale Speciale della Regione Siciliana.
Prende il nome dal paese che lo ospita, sito in provincia di Enna; la sua conca ad acque salmastre, e la zona afferente e circostante, sono di notevole interesse, geologico e faunistico, ma anche botanico e turistico.

È situato lungo una delle principali rotte migratorie di diverse specie di uccelli: è dunque l’habitat naturale ideale per molti degli uccelli che compiono lunghe ore di volo ininterrotto da e verso l’Africa. Nei mesi primaverili si possono ammirare garzette e aironi cenerini, nitticore e mignattai. È un’oasi umida immersa in un paesaggio caratterizzato per lunghi mesi da siccità, per questo è anche luogo di ristoro di molti uccelli acquatici. Nel periodo invernale, è in grado di ospitare grossi gruppi di Anatidi e altri uccelli acquatici, quali il moriglione e la folaga.

Ivi si trovano anche specie rare come il falco di palude e la moretta tabaccata, ed è area di nidificazione della coturnice sicula. Da ricordare sono anche i mammiferi, come la donnola e l’istrice, e rettili come le tartarughe palustri. Quest’area viene scelta anche dal Discoglossus pictus per la sua tana, anfibio dal manto ocra caratteristico della zona mediterranea, e dall’endemico Bufo siculus. Sensazionali avvistamenti recenti hanno confermato anche la presenza di esemplari in via d'estinzione, come l'airone rosso.
Il bacino lacustre è inoltre luogo di interessanti endemismi della microflora e della microfauna: periodicamente, le acque del lago si tingono di rosso a causa del copepode, un piccolo crostaceo che per difendersi dai raggi del sole, si tinge di un pigmento rosso e si insedia in foltissime colonie sotto le piante acquatiche. Il pigmento si trasferisce poi all’acqua fino ad assumere un colore simile alla vinaccia.

A dimostrazione della grande fragilità del particolare ecosistema, nel 2008 le acque del lago furono interessate da una curiosa moria di pesci. Le carpe, secondo i rilevamenti dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo, morirono per lesioni interne causate dalle biotossine di un'alga. Tale fenomeno, probabilmente non l’unico del bacino lacustre, non è altro che uno squilibrio delle condizioni ecologiche del lago stesso.
Tutto intorno al lago, si stende la Selva Pergusina, gestita dall'Azienda Regionale Demaniale delle Foreste. Questa area, di ex pertinenza del demanio feudale della famiglia Militello, venne coltivata a bosco con la messa a dimora di specie alloctone e di conifere, disposte in maniera alterna per creare la scritta DUX, in onore di Mussolini, che del lago aveva ordinato la bonifica e la creazione dell’omonimo villaggio, tra il 1936 e il 1937.

Oggi, sotto le vecchie piante, crescono querce caducifoglie e sempreverdi come i lecci.
Nell’area attorno al lago, si è mantenuta la vegetazione originaria di Cannuccia palustre, Giunco e Calistegia, mentre le aree limitrofe, compresa la Selva Pergusina, sono caratterizzate più che altro da formazioni di macchia mediterranea.

Il lago di Pergusa è stato oggetto di studi da parte di grandi nomi della cultura italiana: giornalisti, ambientalisti e geografi.
La sua nascita è anche legata ad un mito piuttosto importante della tradizione greco-romana, cioè quello che narra e spiega il ratto di Proserpina (o Persefone, secondo i Greci). Il mito di Omero forse prende spunto proprio dalla nascita e dall’alternarsi delle stagioni.
Si dice che Proserpina fu sorpresa da Ade, dio degli Inferi, mentre raccoglieva fiori lungo le rive del lago Pergusa. Un bel giorno egli la rapì e la portò con sé nell’Ade. A nulla valsero le sue proteste, né quelle delle sue ninfe. La madre Demetra, dea delle messi e della vegetazione, disperata, decise di non ascendere più al cielo fino a che la figlia non sarebbe stata ritrovata sana e salva. Zeus, che tutto vede e provvede, preoccupato per la Terra, decise di rivelare il luogo in cui Proserpina era stata portata, a patto però che Demetra acconsentisse a tornare in cielo e a svolgere così il suo ruolo di dea fertilizzatrice. L’accordo venne realizzato con Ade di modo che Proserpina potesse rimanere per otto mesi nell’Ade, quando i dintorni del lago saranno freddi e secchi; tornerà per quattro mesi all’anno con la madre, in superficie, di modo che ella possa ricoprire la terra di fiori e frutti in abbondanza.
Al lago si ispirarono molti altri scrittori, storici e pensatori: da Claudiano a Cicerone, da Diodoro Siculo fino al poeta inglese seicentesco John Milton, che lo citò nel suo “Paradise Lost”.

Lo specchio d’acqua è particolarmente conosciuto e utilizzato dagli amatori, come luogo perfetto per il bird-watching; tutt’intorno, sorgono strutture alberghiere e sportive, come l'Autodromo di Pergusa. Lungo circa 5 km e istituito nel ‘51, ha ospitato prestigiosi eventi internazionali quali la Formula 1, il Campionato mondiale Superbike e la Targa Florio.

Autore | Enrica Bartalotta

Foto di Roberta Russo

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