La Valle dei Templi di Agrigento, designata Capitale italiana della Cultura 2025, continua a svelare segreti del suo glorioso passato.
Una recente campagna di scavi nell’area del ginnasio, condotta tra il 2022 e il 2024, ha portato alla luce una struttura monumentale che include un auditorium e uno spogliatoio, confermati da iscrizioni greche. Questi ritrovamenti archeologici arricchiscono la comprensione della vita culturale e sociale dell’antica Akragas, evidenziando il ruolo centrale della città nel Mediterraneo occidentale.
La scoperta, frutto di una collaborazione tra la Freie Universität di Berlino, il Politecnico di Bari e il Parco archeologico della Valle dei Templi, sottolinea l’importanza di Agrigento come hub intellettuale e pedagogico già nel II secolo a.C.
Un ginnasio all’avanguardia
Il ginnasio di Agrigento si distingue per dimensioni e complessità, risultando la struttura più grande e antica del suo genere nel Mediterraneo occidentale. Gli scavi hanno rivelato un ambiente rettangolare con sedute radiali, collegato a una sala di 23 x 11 metri, identificata come l’apodyterion, ovvero lo spogliatoio. Quest’area, con banchine perimetrali e un pavimento in terra battuta, fungeva anche da auditorium per attività intellettuali. Due blocchi con iscrizioni greche, rinvenuti tra i resti, confermano questa funzione: “dell’apodyterion”, recitano, con lettere rosse su intonaco bianco. Le iscrizioni menzionano un ginnasiarca, figura di spicco che finanziò la ristrutturazione del tetto, dedicandolo a Ermes ed Eracle, divinità protettrici dei ginnasi greci. Questi dettagli evidenziano un’organizzazione sofisticata, con il ginnasio come centro di formazione fisica e culturale.
Un’architettura pedagogica avanzata
La struttura anticipa di due secoli complessi simili, come quello di Pergamo in Asia Minore, posizionando Agrigento all’avanguardia nell’architettura pedagogica. Costruito nel II secolo a.C. e rinnovato in epoca augustea, il ginnasio ospitava spettacoli e dibattiti, con l’orchestra semicircolare dell’auditorium al centro delle attività.
“Queste scoperte stanno contribuendo in modo significativo a ridefinire la conoscenza del ginnasio di Agrigento, evidenziandone l’ampiezza e la complessità e facendo emergere nuove ipotesi sul ruolo che questo luogo ebbe nella vita culturale e sociale della città antica”, dichiara Roberto Sciarratta, direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi. Gli scavi, coordinati da Maria Concetta Parello per il Parco e diretti da Monika Trümper, Thomas Lappi e Antonello Fino, confermano l’eccezionalità del sito.
Un impegno per la valorizzazione
La Regione Siciliana sostiene con forza le ricerche nella Valle dei Templi. “La ricerca archeologica rappresenta una priorità per la Regione, sia in un’ottica di valorizzazione che di tutela del nostro patrimonio culturale e monumentale”, afferma Francesco Paolo Scarpinato, assessore dei Beni culturali e identità siciliana. “Queste nuove scoperte confermano quale ruolo avesse la città nell’antichità e quanto vi sia ancora da portare alla luce, perché sia un patrimonio condiviso con le future generazioni”.
Gli scavi, ripresi nel 2020 dopo indagini storiche tra il 1960 e il 2005, hanno beneficiato di prospezioni geofisiche e di tre campagne intensive, che hanno documentato la palestra monumentale grazie a tegole con il bollo “Per GINNASIO”. Le ricerche proseguiranno per esplorare ulteriormente le funzioni del complesso.
Un patrimonio per il futuro
I ritrovamenti consolidano il prestigio della Valle dei Templi, Patrimonio Unesco dal 1997, e rafforzano l’appeal di Agrigento come meta culturale in vista del 2025. Il ginnasio, con la sua architettura innovativa, testimonia l’importanza dell’educazione e dello sport nell’antica società greca, offrendo spunti per studi futuri. La collaborazione internazionale e il rigore scientifico delle campagne di scavo garantiscono una tutela responsabile del sito, mentre il coinvolgimento di esperti come Parello e Trümper assicura risultati di alto livello. Agrigento si prepara a celebrare il suo passato, trasformando le scoperte in un ponte verso il futuro culturale della città.
Foto: GDS.it