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Foto di Laura SpadaroOltre alle abbondantissime piogge le coste ioniche di Sicilia e Calabria, come ampiamente previsto, nel corso del weekend hanno fatto i conti con poderose mareggiate, da SE e E-SE, che hanno cagionato ingentissimi danni, soprattutto nei litorali del messinese e reggino ionico, catanzarese e crotonese, dove si sono abbattute onde di “mare vivo” alte fino a più di 5.0-6.0 metri. Le onde, davvero imponenti, sono state originate dai forti venti di burrasca, da SE e E-SE, che per oltre 48 ore hanno spazzato lo Ionio, estendendosi su un ampio tratto di mare, compreso fra le coste della Cirenaica e quelle della Calabria ionica e del Salento. Come previsto, nel corso del pomeriggio di giovedì 30 Gennaio 2014, l’affondo fin sull’entroterra marocchino e algerino di masse d’aria fredde, d’estrazione sub-polare marittima, discendenti lungo il bordo più occidentale di una estesa saccatura oceanica in avanzamento verso il bacino centrale del mar Mediterraneo, ha realizzato una particolare circolazione a gomito, sottovento alla catena montuosa dell’Atlante algerino. Parte del flusso freddo, d’estrazione sub-polare marittima, penetrando da NO fino sull’entroterra desertico algerino ha agevolato, più ad est, la conseguente attivazione di un flusso dai quadranti meridionali, di aria molto mite, di matrice sub-tropicale continentale, che dall’entroterra desertico libico ha iniziato a convogliare masse d’aria tiepide sul bordo orientale della saccatura avanzante sul bacino centrale del mar Mediterraneo.

eur_fullQuesto flusso mite sub-tropicale continentale, oltre a spingere masse d’aria molto tiepide dall’entroterra desertico del Fezzan, della Tripolitania e della Cirenaica, verso la Sicilia e i mari che circondano l’Italia, ha prodotto un significativo aumento dei valori di geopotenziale su tutto il bacino orientale del Mediterraneo, grazie al supporto di masse d’aria piuttosto calde anche nella media troposfera che risaliranno in direzione della penisola italiana e dei vicini Balcani. L’aumento del geopotenziale in quota, piuttosto marcato fra Grecia, Egeo e Turchia, dato il continuo afflusso di aria calda sub-tropicale continentale anche in quota, nel corso della giornata di venerdì 31 2014 ha instaurato le condizioni ideali per la formazione di un promontorio anticiclonico sempre più robusto sul bacino orientale del Mediterraneo che si è allungato in direzione dei Carpazi e della Polonia meridionale con la sua “cresta”. Questo promontorio anticiclonico interciclonico, in formazione lungo il settore orientale del Mediterraneo, nel corso della tarda serata/notte, è riuscito a congiungersi con il solidissimo anticiclone dinamico, che da diversi giorni regnava sul mar Baltico, con asse esteso tra la Scandinavia e la Russia europea. Tale processo ha dato l’incipit per la formazione di una vasta configurazione di blocco sull’Europa orientale che è riuscita a bloccare il flusso perturbato principale che entra dall’Atlantico. Nella stessa serata di venerdì 31, l’azione combinata del“getto polare”, in entrata dall’Atlantico orientale, e del suddetto promontorio anticiclonico di blocco, che si è alzato come un muro, con massimi di geopotenziali distribuiti tra il Mediterraneo orientale, la Turchia, il mar Nero, l’Ucraina e la Russia europea, ha favorito lo “Stretching”della suddetta saccatura oceanica, mandandola velocemente in “CUT-OFF”, attorno il Canale di Sicilia, con un minimo barico al suolo che è sceso sotto i 998 hpa.

prog_sat_overlayL’isolamento di questo “CUT-OFF”, sull’alto Canale di Sicilia, ha determinato l’attivazione di un intenso flusso sciroccale che dalle coste della Cirenaica ha cominciato a risalire il mar Libico e lo Ionio, con forti venti da SE, che hanno presentato una moderata componente“baroclina” su tutta l’area ionica. La figura ciclonica che si è isolata, con un minimo al suolo sotto i 998 hpa, fra l’alto Canale di Sicilia e il Tirreno occidentale, si è contrapposta al promontorio anticiclonico di blocco, presente sull’Europa orientale, con massimi che superavano i 1058 hpa nel sud-ovest della Russia europea. E’ stata proprio la presenza di questo solido promontorio anticiclonico di blocco, con massimi di oltre i 1050 hpa fra Russia europea ed Ucraina, a comprimere ulteriormente il “gradiente barico” sullo Ionio, dando la genesi alle burrasche da SE e E-SE lungo tutta l’area ionica. Questa configurazione bloccata ha creato un notevole infittimento delle isobare sullo Ionio che nel corso della giornata di venerdì 31 Gennaio ha provocato l’attivazione delle burrasche di scirocco che dalle coste della Cirenaica e del golfo della Sirte sono risalite in direzione del mar Libico e dello Ionio, acquistando ulteriore intensità nel tratto di mare ad est della Sicilia, con una componente prevalentemente sud-orientale che ha raggiunto le coste del messinese, la Calabria ionica e la costa salentina, dove sono subentrati venti forti, che hanno spirato con raffiche ad oltre i 70-80 km/h. Nella mattinata di venerdì, fra le 10:00 e le 12:00 AM, la sciroccata in azione sullo Ionio, risalendo verso le coste di Sicilia e Calabria è riuscita ad incanalarsi lungo lo Stretto di Messina, con forti venti da SE e S-SE che hanno spazzato le coste messinesi e reggine con folate sui 70-80 km/h.

1551766_10201426126915601_1560062651_nLa massima raffica, sempre intorno alle 11:00 AM, è stata registrata all’aeroporto di Reggio Calabria, dove nella fase clou della burrasche stato lambito un picco assoluto di ben 90.7 km/h, da E-SE. Si è trattata della raffica di vento più forte registrata nel corso della sciroccata che ha travolto l’intera fascia ionica. Questi venti, poi nel corso del pomeriggio di venerdì, causa l’inasprimento del “gradiente barico orizzontale” di oltre i 24 hpa fra la Sicilia e le coste greche, all’altezza dello Ionio centrale hanno spirato a carattere di burrasca, forza 7-8 Beaufort, per svariate ore, estendendosi su un ampio tratto di mare, che dal golfo della Sirte si estendeva fino alle coste della Sicilia orientale e della Calabria ionica, sollevando un ingente moto ondoso, con marosi alti anche più di 4.0-5.0 metri in mare aperto. Il “Fetch” (lo spazio di mare su cui soffia il vento) piuttosto ampio, come capita sovente nei flussi sciroccali, esteso dal golfo della Sirte fino alle coste della Calabria ionica e al golfo di Taranto, ha determinato le condizioni ideali per la formazione di un moto ondoso piuttosto imponente, con onde alte e formate che hanno risalito velocemente l’intero Ionio, dirigendosi verso le esposte coste della Sicilia orientale e Calabria ionica. Essendo piuttosto esteso, dalle coste della Cirenaica fino allo Ionio, ha agevolato di conseguenza la genesi di onde di “mare vivo” veramente alte, che hanno raggiunto “Run-Up”veramente significativi.

I danni ingenti al litorale di Siderno

I danni ingenti al litorale di Siderno

Lo sviluppo di queste ondate cosi grandi, su tutto l’alto Ionio e lungo il golfo di Taranto, è stato favorito non tanto dalla forza del“gradiente barico orizzontale” che ha innescato l’intensa sciroccata sullo Ionio, in mare aperto, quanto dal “Fetch” (lo spazio di mare su cui spira il forte vento) piuttosto esteso su un ampio tratto di mare che dalle coste della Cirenaica si è esteso fino alle coste del Salento e della Calabria ionica. Il “Fetch” difatti è un parametro fondamentale per valutare la potenza e l’intensità del moto ondoso che verrà innescato dalla formazione di una burrasca o una tempesta di vento. L’altezza delle onde non dipende solo dall’intensità del vento, ma anche dall’estensione dello spazio di mare su cui esso agisce. Più questo sarà ampio maggiori saranno le probabilità di vedere un moto ondoso più consistente e impetuoso, capace di immagazzinare enormi quantità di energia. In presenza di venti di burrasca e di un “Fetch” molto esteso, per centinaia di miglia, allora siamo certi di trovarci di fronte ad una consistente mareggiata, in grado di arrecare danni significativi sulle aree costiere esposte, già pesantemente vulnerate dal fenomeno dell’erosione. Queste ondate di“mare vivo”, non incontrando alcun tipo di ostacolo durante il loro cammino, si sono propagate in direzione dei litorali ionici di Sicilia e Calabria, sospingendosi su questi in ondate rifratte da E-SE che hanno raggiunto la fascia costiera, con “Run-Up” alti anche più di 5.0-6.0 metri, specie fra il messinese e il reggino ionico, ed il catanzarese e buona parte del litorale crotonese, aperto alle imponenti onde sollevate dallo scirocco. Su questi tratti di costa le ondate sono arrivate ben formate e con i massimi “Run-Up”, data l’estensione del “Fetch” e la vicinanza delle burrasche alla costa.

1661342_10201421789167160_1716458314_nRompendosi su tratti di costa già seriamente vulnerati dall’erosione, hanno purtroppo cagionato danni ingenti lungo i rispettivi lungomari dei comuni ionici di Calabria e Sicilia, inondando la sede stradale e abbattendo muraglioni e in qualche caso pure abitazioni rasenti la battigia. I marosi, con la loro forza, hanno anche dato una ripulita ai fondali, rimuovendo una gran quantità di detriti sabbiosi. Una parte di queste ondate si sono spinte verso l’alto Ionio, entrando sul golfo di Taranto attraverso imponenti onde di “mare vivo” da SE, alte più di 3.0-4.0 metri, ma con “Run-Up” che hanno oltrepassato i 5.0-6.0 metri a largo della Calabria ionica. Dopo essersi indebolito temporaneamente nella mattinata di sabato, il moto ondoso ha ripreso nuovamente grande vigore nel corso della nottata fra sabato 1 Febbraio e domenica 2 Febbraio 2014, allorquando lo spostamento fra basso Ionio e mar Libico del profondo minimo barico, sceso sotto i 998 hpa, isolatosi precedentemente sul Canale di Sicilia, ha riattivato il fitto “gradiente barico orizzontale” su tutta l’area ionica, generando nuove burrasche da E-SE fra Ionio centrale e settentrionale. Queste burrasche, stavolta più da E-SE, hanno alzato nuove giovani ondate di “mare vivo”, stavolta con direzione media di propagazione da E-SE, che si sono dirette verso le coste della Sicilia e Calabria orientale.

Eloquente il grafico della boa di Crotone che ha registrato onde con altezze massime di oltre gli 8 metri

Eloquente il grafico della boa di Crotone che ha registrato onde con altezze massime di oltre gli 8 metri

A tal riguardo sono stati eloquenti i dati forniti dalle boe oceanografiche, della Rete Ondametrica Nazionale, ubicate a largo di Crotone e Catania, che durante la fase clou della burrasca hanno registrato il passaggio di onde medie alte fino a più di 4.0-5.0 metri. Ancora più rilevante è il “Run Up” assoluto archiviato dalla boa di Crotone, che nella serata di sabato ha oltrepassato persino gli 8 metri di altezza, durante la fase più intensa delle burrasche. Si tratta di un dato notevolissimo che mette in risalto, ancora una volta, l’entità delle mareggiate che hanno duramente flagellato i litorali ionici. La situazione per fortuna è destinata a migliorare rapidamente già dalla prossima notte, mentre il moto ondoso su tutto lo Ionio sta già iniziando a scadere gradualmente, con onde lunghe da SE che tenderanno ad attenuarsi definitivamente solo dalla mattinata di domani, determinando residue risacche sulle coste della Calabria orientale, Basilicata e Puglia ionica.

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