Yara, parla Massimo Bossetti: «Poteva essere mia figlia»

Si chiude oggi il secondo atto del processo per l'omicidio della 13enne Yara Gambirasio, per il quale, in primo grado, è stato condannato all'ergastolo Massimo Bossetti. Bossetti ha reso le sue dichiarazioni spontanee davanti ai giudici della corte d'assise d'appello di Brescia, affermando: «Una ragazzina che aveva diritto di vivere, poteva essere mia figlia, la figlia di tutti voi».
«Neppure un animale meriterebbe così tanta crudeltà», ha aggiunto. 

"Il vero, i veri assassini sono liberi, stanno ridendo di me e della giustizia" – si legge su AdnKronos – è un altro dei passaggi delle dichiarazioni spontanee dell'imputato che ribadisce: "Sono innocente, questo è il più grave errore giudiziario di questo secolo". "Concedetemi la superperizia" sul Dna così "posso dimostrare con assoluta certezza la mia estraneità ai fatti". "Non solo non ho ucciso Yara, ma non ho mai avuto un contatto con lei. Si è verificato un errore, ma non ho mai avuto la possibilità di partecipare all'esame. Se fossi l'assassino sarei pazzo a chiedere la perizia, invece io non temo nulla. Vi supplico e vi imploro di fare questa perizia", ha chiosato Bossetti che è un fiume in piena (ha parlato pere 30 minuti) nel raccontare lo stato d'animo vissuto in attesa del verdetto d'appello.

Il delitto della 13enne di Brembate "è opera di persone disturbate, schifose, sadiche. E' stata seviziata con armi da punta e da taglio, solo un sadico può infierire così su una ragazzina. Nessuno ha chiesto la perizia psichiatrica per me perché altrimenti sarebbe emerso che sono una brava persona, non ho mai fatto male a nessuno. La violenza non fa per me, non è la mia indole, non sono un assassino, ficcatevelo in testa una volta per tutte". 

La voce è diventata più forte quando ha parlato dell'arresto "scandaloso. C'era bisogno di scatenare l'esercito? C'era bisogno di farmi inginocchiare davanti al mondo intero, senza darmi nessuna spiegazione? Perché avete agito così umiliandomi davanti ai miei figli, al mondo intero, perché?", si chiede l'imputato. "Potevate convocarmi con una scusa invece avete preferito rovinarmi la vita, mi avete trattato come un mostro, vergognatevi".

Redazione