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La guardia di finanza di Catania ha arrestato 12 persone, eseguito 7 provvedimenti di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il sequestro preventivo di somme di denaro per un totale di 4,5 milioni di euro. La Procura distrettuale etnea contesta ai destinatari l'associazione a delinquere transnazionale finalizzata al contrabbando di prodotti petroliferi immessi nel mercato nazionale in evasione d'imposta.

Secondo quanto ricostruito, il prodotto petrolifero "contrabbandato" proveniva da raffinerie di Germania, Polonia e Austria, trasportato con camion di società rumene e bulgare dove venivano nascosti contenitori in plastica da 1000 litri ciascuno, che mettevano peraltro a rischio il materiale, altamente infiammabile. Attraverso le indagini è stato ricostruito un giro d'affari annuo da un milione di litri di gasolio, con profitti in nero di svariate centinaia di migliaia di euro e imposte evase superiori al milione di euro.

Tra i destinatari della misura cautelare, anche Carmelo Pavone, classe 1949, già noto alle cronache perché condannato per estorsione e per la sua pertecipazione al clan mafioso dei Laudani. Come riporta il Giornale di Sicilia, sono stati individuati tre sodalizi criminali tra loro collegati, che si occupavano delle diversi fasi della "filiera":

Una prima associazione, secondo l'accusa, era capeggiata da Carmelo Pavone e da Mario Mauro di 66 anni, ritenuti i gestori di fatto di un autolavaggio e di aree di parcheggio, a Aci Sant'Antonio e Acireale, per stoccaggio e commercio del gasolio nel Catanese. Con loro agivano i figli di Pavone, Cosimo, 25 anni, e Camillo, 44, e Denis Susto, 39, Antonino Mario Chiantello, 49, Rosario Torrisi, 32, e Carmelo Scuderi, 59. Un secondo gruppo avrebbe al suo interno l'autotrasportatore Fabrizio Colapicchioni, di 39 anni, e gli amministratori di una società di autotrasporti di Roma, i fratelli Alessandro e Stefano Marchetti, di 51 e 47 anni. Secondo l'accusa, questo gruppo, grazie anche a società estere, era operativo in Gran Bretagna, Germania, Austria, Polonia, Malta, Grecia e Cipro. Una terza organizzazione, secondo l'accusa, era promossa da Santo Santonocito, di 52 anni, titolare di una itta di autotrasporti, che rappresentava per il gruppo catanese una secondaria fonte illegale di rifornimento: il gasolio da lui contrabbandato proveniva da depositi commerciali di gasolio per agricoltura della Sicilia sud orientale.