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giocOggigiorno i nostri ragazzi non soffrono la fame, non hanno conosciuto la miseria del dopoguerra, possiedono tante console per giocare, eppure sembrano spesso soffrire di apatia: a detta loro “si annoiano”.

Mia madre mi racconta spesso che ai suoi tempi non vi era proprio il tempo di annoiarsi.
O si lavorava o si dormiva per la stanchezza.

Eppure anche lei qualche gioco, qualche giornata spensierata l'ha vissuta.
Anche senza soldi.

Anche senza gli ultimi ritrovati tecnologici.

Anche con le mani piene di schegge, prese nel tentativo di costruire un carrettino (con il quale lanciarsi nelle discese), un pattino, una bambola o delle armi (molto popolari erano le fionde).

 

Giochi inventati dal nulla. Rituali di socializzazione nei quali il povero era pari al ricco. Momenti nei quali la fantasia e l'operosità tenevano incollati alla realtà i bimbi (scusate l'ossimoro), senza che essi potessero fare tanti capricci.

 

Personalmente sono molto affascinata dai vecchi giochi.
Purtroppo non ho trovato molto dal punto di vista bibliografico su internet.

Probabilmente avrei dovuto fare visita a qualche biblioteca. E probabilmente lo farò in futuro.
Perdonate quindi la mia ignoranza in materia. Spero soltanto che possiate apprezzare il gesto di voler recuperare dei ricordi, chiedendo piamente il vostro aiuto.

Ecco una raccolta di vecchi giochi siciliani:

Il Gioco Del Scarica Canali o “Acchina U'Patri Cu Tutti I So'Figghi”


Scarica canali è una variante del “gioco del cinque e del dieci”. Un gioco ancora più antico. I partecipanti si dividevano in due gruppi. Uno “stava sotto” e chinandosi i ragazzi formavano una sorta di cavallino sul quale saltare e scivolare in avanti. L'altro gruppo di fanciulli, invece, solitamente più esili, atletici e leggeri prendeva la rincorsa e ….. “Ohp!” …. si saltava cercando di arrivare il più lontano possibile per far spazio al prossimo, che stava già per prendere la rincorsa.

Quello che avveniva era una cosa del genere (guardate il video):

[youtube]http://youtu.be/YYtWvWKPA1g[/youtube]

 

Il Gioco Del Palogio

Il palogio, dalle mie parti la si chiama ancora strummula o trottola in italiano, era uno dei giochi preferiti dei nostri nonni e genitori. Si trattava di un pezzo di legno piramidale dalla punta metallica.
I fianchi di questo strumento ludico erano scanalati per dar modo ad una cordicella di far presa e poter far girare la trottola.

Vi erano ragazzi capaci di compiere stupende evoluzioni.

Era un giocattolo bellissimo.
Tanto bello che persino i giapponesi ce lo hanno copiato sotto forma di stupido cartone animato immediatamente trasformato in business e rivenduto sotto altre forme ai nostri figli: Beyblade – una schifezza.
 

[youtube]http://youtu.be/6RIObhTEsfA[/youtube]

Ti ho ritrovato in una cassapanca

vecchio palogio dalla punta aguzza

e dal legno scrostato per i colpi

che davi e ricevevi nelle risse.
 

Ti ho rivisto con gli occhi del fanciullo

che ti avvolgeva nello spago, attento,

e ti lanciava con la mano ferma

facendoti ruotare.

 

Non chiamatelo trottola, vi prego.

La trottola è un giocattolo rampante

scintillante di luci e di colori,

da far girare nelle stanze chiuse.

 

Il palogio era figlio della strada,

figlio d'un altro tempo, di altri giochi,

fratello del ragazzo che lo usava

nelle lotte con avversari forti

e che con cura poi lo riponeva

in una tasca dei calzoni corti.

 

Ero io quel ragazzo e tu, palogio,

accendi la memoria proprio quando

gli anni son tanti e la mia mano è stanca.

Non dirmi di lanciarti, non potrei,

ritorna alla tua vecchia cassapancaGiuseppe Loteta.
 

Il Gioco Del Carrettino

E come non ricordare il classico carruozzu, amico di tante discese e ginocchia sbucciate?
Eccone una riproduzione fedele ed appassionata • link.

Il Gioco Della Lippa

 

Il gioco della lippa era diffuso un po' in tutta Italia, anche se con nomi diversi. A Palermo, ad esempio, lo si chiamava MAZZA E PINTUREDDU.
Per giocarci bastava avere tre pezzi di legno, spesso ricavati dalle scope rubate alle nonne. Due erano più grandi di un terzo e fungevano da mazze. Il più piccolo, invece, aveva le estremità a punta sulle quali si doveva battere forte per scagliarlo il più lontano possibile (per la gioia delle vecchiette sulle cui finestre e porte batteva).

Per vincere, l'avversario a sua volta doveva ribattere il pezzo di legno ritornandolo indietro il più vicino possibile al primo lanciatore (ma non sono sicura di questa seconda parte).

Ecco una immagine • link.

Il Gioco Dei Tappi


I bimbi di una volta facevano collezione di tappi.
Spesso si mettevano in palio in vere e proprie gare di abilità.
Il gioco consisteva nel tracciare dei percorsi per terra, uno per ogni partecipante, con tanto di curve e rettilinei e poi, uno per volta, si picchiava con l'indice sul tappo per farlo correre ed arrivare primo.
 

Nota. Qualora il tappo fosse andato fuori dal percorso, si sarebbe dovuto posizionare lì dove era prima del tiro.

Una variante di questo gioco era quella di lanciare un tappo da una data posizione e farlo restare il più vicino possibile al muro senza che si capovolgesse.

Il Gioco Della Campana


Il gioco della campana o del quadrato (mia madre e mio zio lo chiamano “missi-missi”) credo fosse il gioco preferito da mia mamma.
Si disegnava a terra un grande rettangolo diviso in otto o dieci quadrati ai quali si dava un numero. I numeri venivano stabiliti secondo un ordine crescente.
La forma la si poteva improvvisare.

Ci si doveva anche munire di un sasso. Meglio se piatto, per evitare che rimbalzasse troppo lontano. Questo sasso doveva essere lanciato su ogni casella, ad iniziare dalla più vicina (la numero uno) e poi doveva essere recuperato, stando su un piede, e si doveva finire la campana saltellando con un piede e poi con l'altro ed in alcuni casi aprendo a forbice le gambe contemporaneamente.

Regola fondamentale del gioco era quella di non sconfinare di settore né col sasso né con i piedi. Pena, ricominciare d'accapo.


Vinceva chi arrivava prima a chiudere la campana lanciando il sasso nel riquadro più lontano e riuscendo a recuperarlo senza perdere l'equilibrio.

[youtube]http://youtu.be/s6mKoMxnzgM[/youtube]
                                                                                                            

Autore | Viola Dante; Immagine | facebook.com/lasicilia