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Anche solo 10 giorni senza zucchero possono migliorare di molto la salute. La ricerca condotta dal dottor Robert Lustig e dal suo team dell’University of California a San Francisco ha preso in esame 43 bimbi. I partecipanti hanno ridotto l’importo di zucchero dal 28% al 10%, ma non hanno mangiato meno: l’introito calorico è stato sostituito con carboidrati complessi, in pratica pane e pasta al posto di dolci. L’obiettivo infatti non era quello di perdere peso, ma di isolare l’impatto dello zucchero sul corpo. In poco più di una settimana i livelli di trigliceridi si erano abbassati in media di 33 punti, il colesterolo cattivo di 5 punti, come anche la pressione del sangue e tutti i bambini avevano ridotto drasticamente il loro rischio di diabete, in quanto si erano normalizzati i livelli di zucchero nel sangue.

Uno studio di revisione appena pubblicato sul "Journal of the Endocrine Society" mostra come bere di frequente bevande zuccherate contribuisce allo sviluppo del diabete, pressione alta e altri problemi di salute endemici, specie nel mondo occidentale. Il rischio esiste anche per chi beve solamente due bevande zuccherate ogni settimana. L’analisi ha anche evidenziato l’esistenza di un legame tra il consumo di queste bevande e fattori di rischio come obesità addominale, pressione alta, eccesso di trigliceridi alti nel sangue, eccesso di zuccheri nel sangue a digiuno e ridotto colesterolo buono nel sangue.

Lo zucchero da tavola è il saccarosio, composto da parti uguali di glucosio e fruttosio: è quest’ultimo il problema. I nostri corpi utilizzano il glucosio come fonte di energia preferita e quindi facilmente lo metabolizzano e l’extra viene immagazzinato nei muscoli o nel fegato come glicogeno. Invece il fruttosio viene metabolizzato in un solo luogo, il fegato. E poiché il fegato può gestire solo un tot di fruttosio alla volta, l’extra viene convertito in grasso. Il cosiddetto "fegato grasso" è una condizione patologica malsana. Inoltre il grasso in eccesso finisce nel sangue, aumentando il rischio di malattie cardiache e ictus.