C’è un festival che, ogni estate, riesce a far vibrare le pietre antiche di Morgantina e a trasformare la storia in spettacolo. Si chiama Barbablù Fest, e l’edizione 2025 ha superato ogni aspettativa: oltre 9 mila spettatori hanno riempito platee naturali e piazze, in un crescendo di emozioni tra archeologia, musica e magia.
Una settimana di arte viva nel cuore della Sicilia
Dal 1° all’8 agosto, il Parco Archeologico di Morgantina si è acceso ogni sera di luci e applausi. Più di 5 mila persone sono arrivate ad Aidone per vivere un’esperienza unica: ascoltare Max Gazzè o Raphael Gualazzi tra le rovine greche, lasciarsi travolgere dalle note del Coro Lirico Siciliano, sentire l’arte come parte viva di un luogo che profuma di passato.

Poi la grande festa finale si è spostata a Mazzarino, dove 4 mila persone hanno invaso Piazza Roma per il concerto dei Matia Bazar. Una chiusura in grande stile, con un concerto che ha trasformato la piazza in un’esplosione di musica e partecipazione.
Non un semplice festival, ma un atto d’amore per Morgantina
Il Barbablù Fest non è un semplice evento. A dare il nome al festival è un simbolo fortissimo di rinascita culturale: la Testa di Ade, capolavoro trafugato da Morgantina e rientrato in Sicilia dopo anni, ribattezzato “Barbablù” per via degli inconfondibili riccioli blu della barba. È da lì è nato tutto, un progetto culturale di Pietrangelo Buttafuoco, con la direzione artistica di Alberto Samonà e la produzione firmata Terzo Millennio Progetti Artistici di Andrea Peria Giaconia, ma soprattutto una scommessa vinta: portare cultura e bellezza nella Sicilia interna, lontano dai soliti riflettori, ma vicinissima al cuore di chi partecipa.
“Il Barbablù Fest – sottolinea Andrea Peria Giaconia, organizzatore della manifestazione – non è solo un festival, ma un atto di amore verso Morgantina e la sua storia. Ogni anno lavoriamo per intrecciare il fascino del teatro e della musica con il respiro antico di queste pietre, affinché il Parco non sia soltanto un luogo da visitare, ma un luogo da vivere e di questo voglio ringraziare per l’impegno la Regione Siciliana e il direttore del Parco, Carmelo Nicotra. Vedere il pubblico emozionarsi e sentirsi parte di questa bellezza è la nostra più grande ricompensa”.
E i risultati si vedono: alberghi pieni, turisti entusiasti, territori riscoperti. Un festival che non si limita a “fare spettacolo”, ma che crea connessioni vere tra cultura, territorio ed economia.
In un’estate affollata di eventi, Barbablù Fest ha trovato una voce tutta sua. Forte, autentica, profondamente siciliana. Ora che il sipario è calato, resta la sensazione che qualcosa di importante sia appena cominciato.
