Una perdita scuote il mondo della cultura palermitana. Se ne va una delle figure più gentili e riservate che, lontano dai riflettori, ha saputo custodire con dedizione e intelligenza il patrimonio culturale di un’intera isola. È morto Sergio Flaccovio, editore e libraio, ultimo erede di una storia familiare che ha segnato profondamente la scena culturale siciliana del Novecento.
La notizia della sua scomparsa ha commosso intellettuali, lettori, amici e storici frequentatori di una libreria che è stata molto più di un semplice luogo di vendita di libri. I funerali si terranno il 10 dicembre alle 11:30 nella chiesa del cimitero dei Rotoli, a Palermo, città a cui Sergio Flaccovio ha legato tutta la sua vita e la sua attività.
Un’eredità importante, accolta con discrezione
Sergio Flaccovio era figlio di Salvatore Fausto Flaccovio, uno dei protagonisti assoluti della promozione culturale in Sicilia. Era stato lui, nel lontano 1938, ad aprire la prima libreria in via Ruggero Settimo, cuore pulsante della Palermo borghese e colta. In pochi anni, quel luogo si trasformò in un cenacolo intellettuale animato da scrittori, artisti, giornalisti.
Tra gli anni Sessanta e Ottanta, la libreria Flaccovio era diventata un punto di riferimento per nomi del calibro di Enzo Sellerio, Dacia Maraini, Michele Perriera, Cesare Zavattini, Indro Montanelli, Bruno Caruso, Mario Soldati, Nino Buttitta, Denis Mack Smith. Perfino Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore del Gattopardo, era solito frequentare la libreria negli anni Cinquanta.
Libri, arte e memoria: la visione di Flaccovio padre
Ma l’intuizione di Salvatore Fausto Flaccovio non si limitava alla vendita di libri. Una volta consolidata la sua posizione nel panorama editoriale palermitano, decise di espandere l’attività culturale: la libreria divenne così anche una galleria d’arte e una casa editrice. Una scelta coraggiosa che avrebbe marcato l’identità del marchio Flaccovio per i decenni successivi.
Tra le collane editoriali si ricordano i saggi, le monografie, le opere complete di Luigi Natoli, autore popolarissimo in Sicilia, noto per i suoi romanzi storici ambientati nell’isola. Non mancavano pubblicazioni di taglio più raffinato, come la rivista “Sicilia”, una vera fucina di contributi letterari, storici e artistici a cui parteciparono nomi autorevoli.
Fondamentale anche l’impegno nella collana di volumi sulla storia siciliana, sostenuta dal Parlamento regionale: un esempio concreto di come l’editoria potesse fare da ponte tra le istituzioni e la memoria collettiva.
L’ultima fase: tra crisi e resistenza culturale
Quando Sergio Flaccovio raccolse l’eredità paterna, lo fece con uno stile sobrio, lontano dalle pose accademiche o dal clamore mediatico. Continuò il lavoro con serietà e rispetto, affrontando però un contesto profondamente mutato. La crisi dell’editoria e il cambiamento delle abitudini di lettura colpirono, però, anche le librerie storiche, costrette a rivedere strategie e obiettivi.
Un luogo dell’anima, più che una libreria
Per generazioni di palermitani, la libreria Flaccovio non era solo uno spazio dove acquistare libri. Era un rifugio culturale, un luogo dove scoprire autori locali e internazionali, partecipare a presentazioni, dialogare con intellettuali. Un laboratorio di idee nel cuore della città, tra scaffali e volumi che raccontavano una Palermo meno nota ma vivissima.
