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Accoltellato un ebreo di 40 anni a Milano. L'uomo, l'israeliano, Nathan Graff, per fortuna se l'è cavata con una prognosi di 30 giorni. L'aggressore, incappucciato, gli ha inferto diverse coltellate alla schiena, alla gola e al volto. La vittima è il genero di un rabbino di origine afghana, Hetzkia Levi, e attorno alle 20 stava tornando a casa quando è stato inseguito e raggiunto alle spalle dall'aggressore.

Graff indossava la kippah, era "riconoscibile", e questo aumenta la preoccupazione della comunità ebraica che dai primi minuti ha ripetuto che l'aggressore è di origine araba. Secondo quanto raccolto dalla polizia, l'aggressore ha mostrato il volto durante la breve colluttazione che ha avuto con la vittima, rivelando una carnagione chiara e capelli biondi.

La comunità ebraica è entrata in allarme: "C'entra con Intifada dei coltelli". Anche se il copresidente della Comunità ebraica di Milano, Milo Hasbani, ha gettato acqua sul fuoco: "Noi speriamo che sia un episodio isolato, certamente fatto contro un ebreo della nostra comunità, ma non è riconducibile a quello che sta succedendo, all'Intifada dei coltelli. Non abbiamo nessun elemento che lo possa confermare. Non si è sentito niente, non è stato rivendicato, la persona non ha detto niente in arabo come viene fatto di solito. Non c'è alcun tipo di segnale che possa essere collegato".

Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, intanto, ha intensificato la vigilanza in tutta Italia nei luoghi di culto e sugli obiettivi sensibili riferibili a Israele e alla religione ebraica.