Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

TRAPANI – Vito Nicastri, il "re dell'eolico", è stato arrestato: secondo gli inquirenti, avrebbe finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro. Alla primula rossa sarebbe finita una parte dei 700.000 euro ricavati da "un'acrobatica manovra finanziaria partita 4 anni fa da un’asta giudiziaria truccata. Il tutto su una vasta proprietà degli eredi Salvo. Con regia del cosiddetto re delle pale eoliche, il potente Vito Nicastri già travolto da altre inchieste, arrestato all’alba con altri 11 boss, alcuni dei quali in contatto perfino con un ex sottosegretario agli Interni, Antonio D’Alì", scrive oggi il "Corriere della Sera". 

Ancora il quotidiano:

"Al centro delle indagini sui boss intercettati fra il 4 e il 5 settembre 2014 un contratto di affitto su 22 ettari terreni ceduti dal senatore D’Alì e dal fratello Giacomo, un ingegnere, per consentire ai boss di coltivare una piantagione di paulonia, l’albero che arriva da Cina e Giappone, legname leggerissimo ma fortissimo con alte proprietà termiche e fonoassorbenti. Un business che scatta dopo il contatto sospetto con D’Alì, anche se gli avvocati del senatore sono pronti a parlare di una insinuazione priva di rilevanza penale.

L’interesse investigativo si concentra sull’affare maturato in contrada Pionica con una serie di operazioni bancarie ai raggi X dei carabinieri. Su un ammontare di 700 mila euro si sarebbero perse le tracce di 200 mila euro corrisposti, secondo l’accusa, da Vito Nicastri, “il signore del vento” come lo definì tempo fa il “Financial Times”, a Messina Denaro con “una borsa pinea di soldi”, stando alle rivelazioni di un pentito, Lorenzo Cimarosa. Un pentito che è anche un parente della primula di Cosa nostra, un cugino acquisito, da cinque anni in rotta con la famiglia dopo un arresto".