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Boom in tutta Europa, Italia compresa, per le ormai proverbiali "pillole dell'amore": nell'ultimo anno ne sono state vendute 180 milioni. A preoccupare, però, è il "fai da te": 6 uomini su 10 utilizzano i farmaci anti-impotenza senza aver avuto una diagnosi né una prescrizione medica e sono oltre 100 milioni le pillole acquistate senza ricetta, di cui 19 milioni, e circa 3,5 milioni sono vendute nei sexy shop. Sono le conclusioni di uno studio internazionale presentato al congresso londinese della "European Association of Urology" (EAU), condotto su circa 1000 uomini.

L’indagine "Erectile Dysfunction European Users Survey", coordinata da Emmanuele Jannini dell'università di Roma Tor Vergata, mostra infatti che soltanto 4 uomini su 10 possono essere ricondotti alla categoria dei pazienti, mentre gli altri usano le pillole per migliorare le prestazioni o percepiscono qualche difficoltà ma non ne vogliono parlare al medico. Un andazzo sicuramente molto pericoloso.

I dati raccolti valutando uomini di età superiore ai 18 anni in Italia, Belgio, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Spagna scattano per la prima volta una fotografia del contesto di utilizzo in Europa, rivelando che il 60% sceglie le pillole da sé e dichiara di non aver ricevuto una diagnosi, utilizzando questi farmaci spesso ai dosaggi più bassi ma senza mai consultarsi col medico. E i numeri sono in crescita: 180 milioni le pillole anti-impotenza vendute complessivamente nel 2016 di cui 33,6 milioni in Italia; oltre 100 milioni quelle vendute senza ricetta, online attraverso canali diversi dalla farmacia, di cui circa 19 milioni nel nostro paese; circa 3,5 milioni quelle vendute nei sexy shop di cui oltre 600mila in Italia.

Al contrario, circa 70 milioni sono quelle vendute dopo prescrizione medica. Quanto al disturbo, sono oltre 30 milioni gli europei con disfunzione erettile, di cui 3 milioni gli italiani. Il fai da te "si associa a un’età più bassa ma soltanto l’11% è realmente privo di disturbi erettili. Il 38%, a un’analisi più approfondita, presenta segni lievi e il 12% addirittura un problema grave. Questi soggetti provano a curarsi da soli per l’imbarazzo, ma i dati mostrano che i risultati ottenuti con il fai da te sono inferiori rispetto a chi viene seguito da un esperto", spiega Jannini.

Il trattamento in autonomia peraltro non è esente da rischi: le conseguenze possono essere anche gravi, perché in queste pillole non acquistate in farmacia possono essere presenti impurità o dosaggi sbagliati che incrementano il pericolo di eventi avversi. La ricerca mostra tuttavia che l’uso senza prescrizione è più frequente per i farmaci di prima generazione: i prodotti di seconda generazione, come la molecola avanafil, sono invece molto più raramente correlati a un impiego ricreativo'.

Esiste poi un’ampia fetta di 'pazienti silenziosì che non scelgono il fai da te, ma nemmeno parlano al medico: gli struzzi. Tre dunque, afferma Jannini, gli obiettivi da raggiungere: "Aiutare chi non ha bisogno di medicine a non sentirne il bisogno, convincere che il fai da te significa in realtà 'fai male a te' e far riemergere la testa degli 'struzzi'". Senza dimenticare che questa patologia è spesso il primo segno di malattie pericolose come diabete o patologie cardiovascolari. Parlarne, "serve per avere una diagnosi e una terapia, ma anche per sottoporsi a controlli per individuare altri disturbi prima che provochino danni".