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01Castelbuono è un comune della provincia di Palermo.
Sorge ai piedi del colle Milocca ed è parte del Parco delle Madonie.

Il primo insediamento di cui si sia avuto traccia a Castelbuono risale al Neolitico, ai Sicani e poi probabilmente ai Siculi, giunti qui dopo la cacciata dei Sicani. Tracce della colonizzazione greca sono visibili presso la necropoli di Birgi, e dal Ninpharum Locus, un boschetto di lauro legato alla figura mitologica di Dafni.
Castelbuono, oggi sorge sull'antico casale bizantino di Ypsigro; tracce della dominazione arabo-normanna sono soprattutto evidenti nelle località vicine, come i ruderi di quello che forse fu il castello del Kadì, in contrada San Guglielmo, i reperti rinvenuti presso la necropoli, l'abside della chiesa di Santa Venera, o il fatto che una leggenda dica che la Vecchia Chiesa Madre sorga sulle ceneri di una vecchia moschea.

Il primo documento che fa riferimento a Castelbuono (incluso il suo toponimo), è del 1329; la nascita del castello, e dunque del paese risale al 1309, come testimoniato dalla lapide posta all’ingresso del castello stesso. Al epoca, Castelbuono nacque attorno a un fondaco costruito a scopo di avvistamento. Nel XIV secolo, l’abitato aveva tre chiese e contava già trecento abitanti.
A quel tempo, il paese era di proprietà dei Ventimiglia, famiglia ligure di guerrieri e diplomatici che possedevano già molte terre nel territorio delle Madonie. Nonostante l’estinzione della linea maschile, il loro dominio si protrasse indisturbato sul paese fino al XVIII secolo.

In particolare, con Enrico Ventimiglia ha inizio il ramo siciliano della casata, grazie al suo matrimonio con Isabella d’Altavilla, dopo il quale Ventimiglia divenne anche il conte di Geraci.
Nel 1454, Giovanni I Ventimiglia decide di trasferire la sua corte a Castelbuono, e così la reliquia di Sant’Anna, fino ad allora venerata a Geraci. Sant’Anna diviene così celebrata a Castelbuono, di cui divenne la Santa Patrona.
Nel 1595, Giovanni III Ventimiglia e Ventimiglia ottenne il titolo di Principe e s’incaricò dello sviluppo culturale ed artistico del borgo, richiamando a sé i padri Cappuccini e i padri Domenicani, ai quali affidò l'istruzione pubblica. Per loro, fece costruire conventi e chiese, e fu lui a iniziare la costruzione della Matrice Nuova, nel 1602.

Trent’anni più tardi, il borgo prese lo status di città e nel 1701, la Matrice Nuova venne aperta al culto. Particolarmente vivace fu la vita culturale, tra cui il lavoro letterario che veniva svolto in alcune accademie; Torquato Tasso ne fu per un periodo artista di corte.
Nel 1820 e nel 1828, diverse scosse sismiche danneggiarono il castello e la Matrice. Tra il 1848 e il 1860, anche Castelbuono partecipò alle rivolte contro i Borboni.

Il Castello dei Ventimiglia, costruito sul vecchio fondaco, venne restaurato nel ’97. I lavori hanno portato così alla luce le strutture precedenti, ma, essendo stato il maniero conseguenza di numerosi rimaneggiamenti, è difficile costituirne l’esatto aspetto iniziale. Voluto nel 1316 dal conte Francesco I Ventimiglia, l'edificio si regge su una semplice pianta quadrangolare, e mostra all'esterno un misto di stili che in quel periodo influenzavano tutta l'architettura siciliana: il volume a cubo ricorda lo stile arabo; le torri angolari quadrate rappresentano quello normanno; la torre rotonda è invece carattere fondamentale delle costruzioni militari sveve. Nel terremoto dell’Ottocento, scomparvero i merli e le mura di cinta; torri ed archi, oggi in rovina. Alcune strutture difensive del XIII secolo e alcuni ambienti del XIV secolo sono invece rimasti intatti.

Sono di particolare pregio, i soffitti a cassettoni scolpiti e decorati delle sale interne; e le finestre e i portali in stile gotico. Al XV secolo risalgono le prime ristrutturazioni, in conseguenza del trasferimento al castello del teschio di Sant'Anna.

Nella Cappella Palatina del castello si conserva l'urna del 1521 della reliquia. Nei due altari laterali prendono posto le tele "Discesa di Cristo", copia di un'opera del Rubens, e l'"Estasi di San Liborio", opera del XIX secolo del pittore castelbuonese Mariano Galbo.
L'interno è rivestito degli stucchi dei fratelli Giuseppe e Giacomo Serpotta. Negli stalli del coro sono presenti i mezzibusti dei Signori Ventimiglia e i personaggi dell'Antico Testamento.

Nel 1920 il castello, che era intanto diventato possedimento del barone Fraccia, passò al comune di Castelbuono. Oggi ospita il Museo civico.

Non è possibile andare a Castelbuono e non pagare una visita alla Matrice Vecchia (chiesa di Maria Santissima Assunta).
L’edificio, nato nel XIV secolo e per diversi anni rimaneggiato, è una commistione di diversi stili: dal romano-gotico al gotico-catalano fino al composito-chiaramontano. Si dice sia sorto sulle fondamenta di una vecchia moschea araba, di cui rimangono gli archetti tribolati e le due finestre moresche, venute alla luce dopo i numerosi restauri. Il campanile, in stile romanico-gotico, sembra esser stato costruito sui resti della vecchia torre saracena su cui svetta il pinnacolo smaltato di gusto moresco che poggia sui merli. Il centro del campanile è caratterizzato da una bifora con archetti ciechi.

Alla fine del XV secolo, alle tre navate ne venne aggiunta una quarta, con soffitto a cassettoni. Sulle colonne, sono stati scoperti frammenti di affreschi trecenteschi, tra essi, il più notevole rappresenta "lo Sposalizio di Santa Caterina", di scuola siculo-toscana. Notevole è anche il ciborio del 1493, attribuito a Giorgio da Milano.
Qui si conserva il polittico del 1520, attribuito prima ad Antonio di Saliba, (nipote del pittore Antonello da Messina) e più recentemente a Pietro Ruzzolone, che rappresenta l’arcangelo Gabriele e l’Annunziata, con accanto le Sante Elisabetta e Anna. Nella parte più bassa, si trova la Madonna col Bambino con San Paolo e Sant'Agata a destra, e San Pietro e Santa Lucia a sinistra.

La chiesa della Natività di Maria (Matrice Nuova), è stata invece realizzata nel XVI secolo, inizi del XVII. Venne riedificata nel 1830, dopo che il terremoto la danneggiò, senza la cupola originale e con ciò che rimase dei campanili. I rimaneggiamenti, in stile neoclassico, sono arricchiti dagli stucchi dei Serpotta. Una menzione se la merita il tesoro arrivato qui dalla Matrice Vecchia, che include l’ostensorio di Bartolomeo Tantillo del secolo XVI. Di notevole pregio, è anche il trittico di scuola antonelliana con struttura tardo-gotica, proveniente dalla chiesa di Sant’Antonio Abate, la cappella del Santissimo Sacramento in stile seicentesco, e la grande croce lignea quattrocentesca, forse del Ruzzolone.

Autore | Enrica Bartalotta

Credit immagine • Castelbuono, Cappella S Anna – Foto di Ugo F.